CALCIO. REJA: “Rifiutato squadra di MOSCA ma voglio tornare in panchina”

Parla l’ex tecnico della Lazio, durante l’assegnazione del Premio Gilberto Pressacco Maqòr Rusticitas 2012…

Ecco le dichiarazioni dell’ex tecnico di Lazio e Napoli, durante l’assegnazione del Premio Gilberto Pressacco Maqòr Rusticitas 2012: «Il Friuli ha vissuto momenti molto duri e le difficoltà plasmano il carattere, rafforzano. Forse per questo dal Friuli sono arrivate generazioni importanti di allenatori, da Bearzot a Capello. D’altra parte, il mio baricentro è sempre rimasto a Lucinico, nella casa dove sono nato, e dove ancora abito con la mia famiglia. È il luogo da cui parto e dove sempre ritorno. È dove mi trovo adesso, per un anno di riposo dopo otto stagioni molto faticose. C’erano alcuni contatti con una squadra di Mosca, l’estate scorsa, ma ho preferito rinunciare. Avevo bisogno di rifiatare un pò». «Però ho voglia di riprendere, di tornare in panchina almeno per un altro paio di stagioni. Ripartirei volentieri da una panchina straniera. Ci sono diversi contatti con la Cina, ma anche con il Qatar e i Paesi Arabi. Ho splendidi ricordi dell’esperienza con l’Hajduk Spalato, prima del ritorno in Italia quando mi contattò il presidente della Lazio, Claudio Lotito. Fu un’esperienza umana, oltre che professionale, quella di Spalato: un confronto con giocatori determinati, e al tempo stesso dotati di grande spirito di sacrificio, capaci di mettersi a disposizione della squadra con forza e umiltà».

L’allenatore si è poi detto «orgoglioso di un premio che sottolinea la mia friulanità e le virtù che porta in dote la mia terra: concretezza, certo, tenacia, rigore e capacità di affrontare, nel tempo, le difficoltà della vita. Ma se c’è una dote friulana in cui mi immedesimo profondamente è quella della schiettezza: io la considero una virtù, anche se mi è costata spesso lunghe discussioni con gli interlocutori di squadre come il Napoli e la Lazio, negli ultimi otto anni. Però è proprio la schiettezza che mi ha rafforzato con i giocatori nello spogliatoio, che mi ha fatto apprezzare dalle squadre e ha favorito i buoni risultati. Impostare ogni rapporto con fare diretto, e fermo, aiuta a trattare tutti i giocatori nello stesso modo. Ed è un modo che poi ripaga sul campo», ha aggiunto Reja.