EUROPA LEAGUE. CAVANI mette il sigillo nello stadio di Pelé. NAPOLI qualificato al 94′

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Avanti con Dzemaili, poi subisce il pari e resta anche in dieci. Un rigore del Matador nel recupero dà l’accesso ai sedicesimi…

(getty images)

RASSEGNA STAMPA – (M. Malfitano) – Missione compiuta: la vittoria di Stoccolma consente al Napoli di accedere ai sedicesimi di finale di Europa League con un turno di anticipo. Conta fino ad un certo punto, la prestazione. Stavolta s’è voluto solo badare al sodo, a quei tre punti che avrebbero dovuto consentire di andare avanti in questa competizione. Ed allora, niente preziosismi, ma tanto cuore e determinazione, componenti che hanno permesso a Cavani di procurarsi e realizzare il rigore della vittoria a tempo ormai scaduto (fallo al 48′ e gol al 49′ s.t.) e di scrivere l’ultima riga della storia del Rasunda: da oggi, inizieranno i lavori per abbatterlo. Dunque, il primo obbiettivo è stato centrato e Mazzarri può godersi un momento vero di soddisfazione.  Che noia, però, il primo tempo! L’Aik Solna evidenzia una maggiore determinazione, ma tutto si racchiuderà, poi, nel pareggio di Danielsson (35′). E’ privo d’idee, invece, il Napoli. L’impegno di Cavani non basta: da solo, lì davanti, può fare molto poco anche se il gol di Dzemaili nasce proprio da una sua incursione sulla sinistra (19′). In difesa, la lentezza di Britos e le disattenzioni di Aronica preoccupano. Dzemaili si allarga sulla fascia sinistra, quando si riparte, mentre Donadel e Behrami provano ad imporsi col fisico a Danielsson e Moro. Ma non basta loro la forza perché, a sorpresa, gli avversari palleggiano meglio, sono più ordinati nella fase d’impostazione. Allora, si cercano gli spazi giusti sugli esterni e si finisce per giocare soltanto sulla sinistra, dove Dossena, però, viene servito male e spesso a lui si sovrappone Dzemaili con scarsi risultati. Sull’altra fascia, Mesto si dedica alla marcatura di Quaison e supera la propria metà campo soltanto in un’occasione. E Vargas? Lui, ce la mette tutta, corre, rincorre, ma il pallone lo tocca un paio di volte. Dalla panchina, Mazzarri gli fa segno di attaccare gli spazi, di essere più incisivo. E qualcosa di buono lo farà vedere soltanto nella ripresa. Ci vuole Cavani, in ogni modo, per sbloccare la partita. E’ sua la volata sulla sinistra ed il cross che impone a Turina la respinta: pronto il tapin di Dzemaili per il vantaggio. Il gol rasserena la squadra, ma stuzzica l’Aik che comincia a pressare. Aronica sbaglia in uscita e crea il panico dinanzi a Rosati. Poi, tocca a Donadel fare lo stesso errore e, stavolta il cross di Lundberg trova la girata di testa di Danielsson sulla quale Rosati resta a guardare. La ripresa è più gagliarda, Mazzarri mette dentro Inler e Hamsik, Vargas dà segnali di ripresa. Ma è sempre Cavani ad essere determinante. Giusto il tempo per annotare l’espulsione di Aronica, che il quarto uomo segnala il recupero: tre minuti, quanti ne bastano a Cavani per ammattire Karlsson e costringerlo al fallo in area proprio nel momento in cui l’arbitro sta per chiudere la contesa. La prodezza dagli 11 metri del Matador fa impazzire un’intera città.