JUVE. CONTE: “La panchina? Ne ho una a casa. Juve scelta di vita”

LA GAZZETTA DELLO SPORT – L’allenatore bianconero ha risposto ai tifosi: “Pogba fenomenale. Non perda la bussola”…

(Getty Images)

RASSEGNA STAMPA – (G.B. Olivero) – Una mattinata di svago, trascorsa a dialogare con i tifosi attraverso i social network. Conte ha letto le domande attentamente selezionate rispondendo a molte curiosità e mandando anche qualche messaggio.

 

Panchina. “Mi manca tanto. Me ne sono fatta costruire una in casa da mia moglie. Scherzi a parte, il mio lavoro si è dovuto triplicare. Ho comunque dei collaboratori ottimi e dei calciatori molto responsabili che sono prima degli uomini e poi degli splendidi professionisti. Nonostante la mia assenza, stiamo facendo cose straordinarie che i media non mettono, secondo me, in dovuto risalto. Non so se sarò il Ferguson della Juve, ma mi auguro di restare in bianconero per tantissimo tempo”. 

La Juve. “Non abbiamo mai perso la fame, ma solo un po’ sottovalutato quanto sia importante l’intensità. Il k.o. con l’Inter mi ha amareggiato ma vanno fatti i complimenti ai nostri avversari che lotteranno per lo scudetto fino alla fine. Con Del Piero ho avuto sempre un rapporto schietto e sincero. Giovinco deve crescere. Pogba ha 19 anni e io non ci ho pensato neanche un attimo a dargli una maglia da titolare e responsabilizzarlo. Io ho esordito in A a 19 anni, quindi mi riconosco in lui. Paul ha qualità e mezzi straordinari. Ora sta a me — e a lui — farlo crescere e farne un campione. Ha potenzialità enormi e può diventare tra i migliori del mondo. Però non deve mai perdere la bussola. A 19 anni basta una partita giocata bene per farti perdere la testa. In attacco non ci sono gerarchie, purtroppo è inevitabile che ci siano sempre discussioni, create ad arte. Mi spiace che in Italia si pensi solo alle polemiche e non ai risultati. Così prenderemo sempre schiaffi in Europa, come stiamo facendo adesso”.
Champions. “In Danimarca è stato un pari ingiusto. Abbiamo dominato ma non siamo riusciti a vincere. Per il momento siamo imbattuti e ce la giocheremo contro il Chelsea. Se saremo bravi andremo avanti, altrimenti ci rimboccheremo le maniche e continueremo a lavorare duramente. L’importante è non essere impazienti. In Champions mi piace molto il Borussia Dortmund, che ha un ottimo allenatore”.

Privato. “Ormai mia moglie quando mi vede arrabbiato mi dice: “Agghiacciante, agghiacciante”. Essere imitato vuol dire aver raggiunto una popolarità importante. Prendo il lato positivo. Io sono una persona leale, dura, che non ama compromessi. Sicuramente ho attraversato dei momenti molto difficili nei quali non riuscivo a trovare un perché. Mi è stato di grandissimo aiuto il sostegno della mia famiglia e di Andrea Agnelli. Mi piacerebbe che chi ha espresso pareri da paladino passasse ciò che sto passando io…”.

Tifosi. “Per me il tifoso è tutto. Quando sento inneggiare il mio nome è come una scarica di adrenalina. Però mi devo confrontare con un malcostume: si dice sempre che la Juve o la si odia o la si ama. Io penso che si dovrebbe essere più educati e rispettosi del lavoro altrui. E invece si percepisce solo un grande tifo, soprattutto tra i giornalisti. La professionalità dovrebbe sempre prevalere sul tifo. Mi spiace per ciò che è accaduto dopo Juventus-Nordsjelland, quando ho visto con i miei occhi in sala stampa giornalisti (tanti, non uno solo) esultare per un gol dei Blues che, tra l’altro, non sono neanche una squadra italiana. È stata una mancanza di rispetto e mi sono vergognato per loro, per quei giornalisti”.