FIORENTINA. MONTELLA: “Il nostro segreto è la mentalità. LAZIO-ROMA? Tifo per i giallorossi…”

Le parole del tecnico dei viola ospite del programma di Pierluigi Pardo…

(Getty Images)

Queste le parole di Vincenzo Montella, ospite della trasmissione Undici, condotta da Pierluigi Pardo su Italia 2:

 

“L’Inter ha grandissima qualità e velocità davanti. L’allenatore è stato bravissimo a sfruttarle, a volte difendendosi contemporaneamente anche con 7-8 giocatori. Stramaccioni ha avuto grande coraggio a Torino. Nel primo tempo la Juventus ha avuto la palla del 2-0, ma nel secondo tempo ha vinto meritatamente. Milito è uno dei migliori nel suo ruolo nonostante l’età avanzata. L’Inter ha qualcosa in più in attacco rispetto alla Juventus, ed è anche una squadra che ha ancora margini di miglioramento.

 

Noi puntiamo molto sul fraseggio e ci teniamo stretti i nostri attaccanti, alcuni di loro devono ancora esprimere a pieno le loro qualità. C’è stima reciproca con Stramaccioni ma spero di essere davanti all’Inter in primavera. Lui dice che sono palesemente più bravo? Lui è palesemente bugiardo (ride, ndr). C’era confronto continuo con lui quando lavoravamo entrambi a Roma.

 

Uno scherzo di Cassano ai tempi di Roma? Con me di scherzi ne faceva pochi…

 

Credo che si debba sempre sfruttare le caratteristiche dei giocatori a disposizione, l’ho fatto l”anno scorso e lo sto facendo in questo a Firenze. La squadra è stata costruita un po’ alla volta. Sono stati bravi Pradè e Macia, c’è sempre stata condivisione sulle scelte fatte. Sul finale di mercato abbiamo fatto delle scelte importanti come acquistare altri giocatori di qualità nonostante li avessimo già in rosa. E’ stato un rischio che la società ha voluto prendere. Non c’è miglior modo per vincere imponendo il proprio gioco.

 

Siamo una squadra che prende qualche rischio, ne siamo consapevoli. Questo comporta avere una certa forza mentale. Ci sta di perdere una partita o dei punti per i rischi presi, ma è la strada che abbiamo intrapreso per arrivare agli obiettivi che ci siamo prefissi ad inizio anno.

 

La squadra era stata costruita per giocare con la difesa a quattro in un 4-3-3, poi le caratteristiche dei giocatori arrivati, come quelle dei difensori e dei centrocampisti, mi hanno suggerito di schierare tre difensori e tre centrocampisti centrali. Non credo molto nelle tattiche comunque ma piuttosto nella mentalità.

 

Jovetic? E’ al top. Per ambire al pallone d’oro deve ancora dimostrare le sue qualità nelle partite di difficoltà massimale.

 

L’affetto di Firenze? Sono un po’ timido, non sono bravo a ricambiare con lo stesso affetto. Li ringrazio, anche per la fiducia e l’entusiasmo che ho ricevuto fin dall’inizio. Sono contento del clima che si respira in città, può essere energia positiva per noi se preso nella giusta misura.

 

Viviano? Se la sta cavando bene, ma può fare ancora meglio.

 

Non giocare le coppe aiuta moltissimo perché si può lavorare meglio durante la settimana, soprattutto dal punto di vista nervoso. Si può diluire meglio il lavoro e chiedere più attenzione.

 

Napoli è casa mia anche se sono cresciuto in Toscana, ad Empoli. La notte dello scudetto con la Roma ho dato una festa a casa mia visto che il giorno dopo sarebbe stato anche il mio compleanno. Ricordo che aprii la porta anche a Capello, un allenatore che mi ha insegnato molto, soprattutto nella gestione del gruppo. Mi manca moltissimo non essere più calciatore anche se mi ritengo fortunato ad aver potuto intraprendere la carriera di allenatore. Totti è diventato un amico con il passare del tempo. Siamo un po’ diversi caratterialmente, ma anche lui, come me, è un po’ schivo, probabilmente per difendere la sua privacy. In Nazionale ho vissuto delle belle esperienze con dei grandi giocatori. A quei tempi c’era grande abbondanza in attacco ed è toccato a me giocare un po’ di meno.

 

Firenze è una città bellissima che ti regala novità ad ogni angolo. Una città piccola, ma che sa regalarti sempre nuove emozioni. Il soprannome (Aeroplanino)? E’ nato quando giocavo nel Genoa, dopo un gol segnato al Cesena.

 

El Shaarawy è molto forte, ha grande senso del gol. Parliamo di un giocatore giovane che può crescere ancora tanto. Il derby di Roma? Tifo Roma. Mi auguro di arrivare prima di giallorossi, ma solo di un punto. Bruno Conti a Firenze? Non credo, ha fatto la storia della Roma e credo che il suo cammino continuerà lì. Zeman? Non sono mai stato allenato da lui anche se a Roma mi scelse. Le sue idee sono discutibile e spesso anche redditizie.

 

Il secondo giallo a Destro per essersi tolto la maglietta? Andrò controcorrente ma trovo molto brutto vedere un giocatore che si toglie la maglietta. Secondo me questa è una regola giusta perché i giocatori sono degli esempi per i più piccoli, non capisco cosa si vuol dimostrare togliendosi la maglia.

 

Sono molto legato al Catania, con alcuni giocatori è rimasta anche una grande amicizia. Stanno esprimendo un bel calcio, forse anche migliore rispetto all’anno scorso. Questo significa che i giocatori stanno continuando a crescere, un vantaggio economico per la società che li ha saputi scegliere. Le italiane in Champions? Credo che sia l’Inter che il Milan riusciranno a passare il turno.

 

Lo scudetto? Forse la Juventus è la squadra più attrezzata, ma anche Inter e Napoli sono in corsa. Sicuramente questo campionato sarà più avvincente di quello dell’anno scorso”.

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