SERIE A. JUVE-INTER. STRAMA vince e attacca ancora: “Io sarei spensierato? MAROTTA, serve rispetto”

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Il tecnico dell’Inter: “Prima della gara fastidiosa ironia su di noi. Loro insistono “sul campo”: noi abbiamo vinto sul campo…” L’ad. bianconero: “Il mio voleva essere un complimento”…

(getty images)

RASSEGNA STAMPA – (M. Dalla Vite) – Stramaccioni ieri sera è stato perfetto. E dentro ai libri di testo di domani – firmati Inter, alla nona vittoria esterna di fila – c’è storia (Juve k.o. dopo 49 gare), c’è coraggio (il tridente), c’è che nemmeno Mourinho aveva vinto in casa-Juve. “Però ci vuole rispetto – attacca Strama -: ho sentito con le mie orecchie una frase di Marotta, ma loro sono così”. L’a.d. juventino aveva parlato nel pre-gara di “spensieratezza tattica” di Strama. “Non mi è piaciuta ‘sta ironia”. Strama è alla settima vittoria di fila in campionato. “Abbiamo vinto meritatamente in casa della squadra che domina da due anni in Serie A e che da qualche giorno non perdeva, mi sembra… . Qui credo ci voglia rispetto”. Poi compare l’a.d. juventino a chiarire. “Era assolutamente un complimento, perché mostrava coraggio venendo qui a giocare con tre punte. E’ evidente che fosse un apprezzamento, più evidente di così… Se poi viene letto come polemica io non so che dire”. E Strama ribatte: “Un complimento? Riguardatevi le immagini, era ironia. In italiano spensieratezza ha un significato ben preciso…”. “Il fuorigioco e il giallo non dati? Se parlo vengo meno a un certo patto – dice Strama -: non discuto di arbitri. Qui parlano tutti “sul campo, sul campo sul campo” (l’allusione è ai 30 scudetti sul campo, ndr) ma noi siamo venuti qui a vincere: sul campo”. Dopo il triplice fischio, Strama si butta subito dentro gli spogliatoi. “Abbiamo studiato e preparato la gara alla perfezione, e il tridente non è voluto essere un colpo di teatro o una mossa ad effetto, ma secondo me era il modo per metterli in difficoltà. Palacio e Milito hanno fatto un grosso lavoro di copertura su Pirlo, quando ho dato loro la formazione, stupendoli anche un po’, hanno subito trovato grandi motivazioni. Se è il giorno più importante della mia carriera? No, quello è quando mi ha scelto Moratti. Io non sono lo Special Two, sono solo un tecnico giovane che vuole imparare: preparo sempre le gare come fossero le ultime. E questa vale doppio”.