FIORENTINA. Personalità e ambizioni, prove da grande squadra

LA REPUBBLICA- Prima vittoria fuori casa, meno quattro dal Napoli e meno uno dalla Lazio

(getty images)

 

Prima vittoria fuori casa, meno quattro dal Napoli (zona Champions) e meno uno dalla Lazio. Seguendo con gli occhi la Fiorentina per proiettarla nel futuro, va detto subito che questo gruppo sta seriamente studiando da grande squadra. Lo si intuisce da un primo tempo giocato con la personalità di chi non ha paura e costringe l’allenatore avversario ad adattarsi tatticamente e psicologicamente alla tua voglia di imporre calcio. Dai tempi e dalle invenzioni del centrocampo si comprende la forza di una organizzazione importante, con quelle giocate a memoria che cercano l’inserimento o l’apertura sugli esterni, vere e proprie armi letali in chiave offensiva.

 

Dalle geometrie di Pizarro al Borja Valero multiuso, Montella può confidare su giocatori capaci e generosi, gente coi piedi gentili che si sa anche sacrificare per chiudere gli spazi davanti alla difesa. Anche Mati Fernandez, che forse ancora deve riuscire a dare il meglio di sé in un campionato nuovo, riesce a dare quantità quando ce n’è bisogno. Montella non ha paura. E la scelta del cileno al posto di un mediano puro è anche un modo per preparare la strada al trio Pizarro- Valero-Aquilani: un azzardo teorico ma una ipotesi molto affascinante oltre queste prime prove a partita in corso (l’ex Liverpool deve, chiaramente, ancora trovare continuità).

 

Che questa sia una squadra condannata a giocare a calcio lo dicono perfino alcuni errori difensivi figli dell’ingenuità, ma anche di un dogma imposto dal tecnico: il gioco inizia dalla difesa. Quindi è un obbligo buttare via il pallone il meno possibile e avviare gli schemi dai centrali difensivi. Anche questo spiega la Fiorentina, al di là di alcuni errori di gioventù e forse anche di eccessi di sicurezza tipici di chi inizia a prendere coscienza della propria forza e vive in equilibrio su quel filo sottile che separa il desiderio di qualità dalla vanità, la consapevolezza nei propri mezzi dalla presunzione. Perché la Fiorentina è bella. A volte splendente, a volte meno, ma sempre decisa a stare in corsa. Certo, si può dire che le occasione sprecate sono sempre troppe, che tutto quel gioco potrebbe essere concretizzato molto di più.

 

Ma il limite sappiamo bene quale sia e per superarlo dobbiamo solo aspettare l’arrivo di un centravanti pratico, e quindi il mese di gennaio. Nel frattempo Montella è riuscito a fare bene cercando tutte le soluzioni possibili e anche provando tutte le coppie immaginabili davanti. Ma l’arma vincente, in definitiva, sono stati gli esterni: Pasqual, ovviamente (gran gol) e l’incredibile Cuadrado, giocatori di corsa e qualità valorizzati da automatismi complessivi quasi perfetti. Adesso, con questa prima vittoria in trasferta, non solo la Fiorentina fa i conti con una classifica che le somiglia in bellezza, ma di sicuro vede crescere la sua forza interiore, quella di una squadra vera, ambiziosa, di un gruppo guidato da un grande allenatore.

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