CALCIO. PETRUCCI: “Non esiste la moviola in campo”

GAZZETTA DELLO SPORT (M. Galdi) – Il presidente Coni: «I club non alzino la voce sul tema. Idem sulla giustizia»…

(Getty images)

GAZZETTA DELLO SPORT (M. Galdi) – La moviola nel calcio può attendere. E forse, come Godot, non arriverà mai a dirimere questioni e polemiche. L’apertura dell’International Board alla tecnologia sul gol-non gol sembra al momento l’eccezione che conferma la regola. E la regola da anni è una: il fattore umano (gli arbitri per intenderci) fa parte del gioco, sbagli compresi. L’opinione pubblica, invece, vorrebbe nel Terzo millennio una apertura alla moviola in campo. La “Gazzetta” ha ipotizzato di utilizzarla in tre situazioni: gol fantasma,  condotta violenta e il fuorigioco per evitare altri casi Bergessio. Nel primo caso c’è già l’okay, nel secondo non è da escludere che se ne parli in futuro, sul terzo lo sbarramento è totale: da Braschi a Petrucci, passando per Abete. Il designatore ha spiegato perché è inutile discutere sul fuorigioco, specie quando si parla di centimetri. Non solo, le argomentazioni portate sono un «no» indiretto anche alla moviola: «Per valutare il fuorigioco bisogna cogliere il momento esatto del passaggio. Chi ci assicura che il fotogramma tv immortala quell’istante? Basta uno in meno o in più e tutto cambia. Parliamo di centimetri. Quindi si dovrebbe mettere un sensore nel pallone che stabilisca senza dubbi l’attimo esatto. E mi sa che stiamo parlando di fantascienza”. Il presidente del Coni, Gianni Petrucci, rincara: «La tecnologia non mi può piacere dal momento che non c’è. La moviola non è possibile, quando sarà permessa si studierà come applicarla perché pure allora ci saranno discussioni. Per il gol fantasma la Figc ha introdotto gli arbitri di porta. Cosa altro deve fare? Sta facendo il massimo con costi notevoli. Le società si mettano tranquille: devono rifare la governance e rieleggano i presidenti e non alzino la voce, non mettono paura a nessuno. Non solo, certi giudizi sulla giustizia sportiva formata da giudici da dopolavoro è meglio ritirarli. Il calcio non è l’Eden».