JUVE. QUAGLIARELLA, gol avvelenato: “Sono al 100% ma se non gioco mai…”

LA GAZZETTA DELLO SPORT – L’attaccante decisivo dalla panchina: “Finora ho patito tanto. L’abbraccio a Carrera? Io andavo da Storari…”

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RASSEGNA STAMPA – (M. Graziano) – Due ore prima della partita Andrea Agnelli è già sul campo. Lo segue Nedved. Sono fuori anche i giocatori della Juventus, i protagonisti del presente, ma la Curva bianconera alza il coro solo per la ‘Furia Ceca’. Poi tocca anche a Del Piero. Il Capitano che non esce dal cuore del popolo bianconero. Nel frattempo, il Presidente Agnelli si apparta con Vucinic. Quagliarella è invece più in là, accanto a Matri. Per lui cori non ce ne sono. Prima di Londra, solo spiccioli a Udine, per il resto panchina. Come ieri. Tanta tristezza sul volto per oltre settanta minuti, mentre in campo c’era un Giovinco per nulla convincente. Succede poi che Seba prende palla al limite, controlla spalle alla porta, si gira, ma di destro manda alle stelle. Fischi, tanti fischi. Carrera guarda la panchina. E il momento di Matri? Lo pensano tutti. Probabilmente lo pensa anche Quagliarella, che invece vede il dito del tecnico puntato verso di lui. E allora è un lampo: via la tuta, lo sguardo torna cattivo. È l’occasione giusta. Quella che può spazzare un inizio di stagione da incubo. Dentro con cattiveria. Sbaglia un movimento alle spalle di Vucinic, ma è vivo, si vede. Quindi la magia di Marchisio, e quella palla che capita fra i piedi di Fabio, a tu per tu con Cech. Roba facile in una qualsiasi partitella del giovedì, ma affare pesantissimo se ci si trova in Champions, a Londra, davanti ai campioni d’Europa e con la propria squadra sotto di un gol. Quagliarella è gelido e la piazza fra le gambe del nazionale ceco. Gol al sesto vero minuto ufficiale della sua stagione. Già, perché gli spiccioli di partita che gli erano stati concessi a Udine erano arrivati a gara stravinta, con i friulani in dieci e in ginocchio da tempo. E per poco non arriva il miracolo. Girata alla Quagliarella: traversa! Ecco il segnale: il Quaglia ha liberato la testa, e quando questo succede è in grado di trovare il gol da ogni posizione, di inventare calcio. Conte è attento ai particolari, non guarda in faccia a nessuno. E’ abituato a cavalcare l’onda. “Sono al 100% da tempo — dice a fine gara Fabio —. Vado in panchina sempre con la speranza di giocare, magari anche più dei 10 minuti di stasera. So io quello che ho patito finora. Mi alleno bene, ma per trovare la condizione giusta bisogna giocare. Dopo il gol sono corso ad abbracciare Storari… ma mi ha fatto piacere l’abbraccio di Carrera, è uno che soffre con noi”.