TENNIS. Storico derby d’Italia nei quarti. ERRANI contro VINCI. La sfida dell’amicizia

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Sara: “Se vinco io spero che mi inviti lo stesso a cena”. Roberta: “E’ solo una partita, ma perché non c’è il pari?”…

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RASSEGNA STAMPA – (V. Martucci) – Con i primi quarti in assoluto di due italiani nello Slam, l’Italia diventa per la prima volta la nazione più rappresentata fra le donne in questi storici Us Open. Sara Errani e Roberta Vinci ridono e scherzano come sempre. Da tre anni si allenano e giocano in doppio insieme, si frequentano anche fuori dal campo, insieme ai fidati allenatori Pablo Lozano e Francesco Cinà, ma oggi la loro grande amicizia fa un test importante. “No, alla fine è solo una partita di tennis, la nostra amicizia è inattaccabile”, fende i dubbi Roberta, che usa la racchetta come un fioretto. “Spero, penso, che qualsiasi cosa succederà, poi andremo lo stesso a cena assieme, come alla vigilia di questo match sicuramente importante”, dubita Sara che, quando ti strangola col suo gioco incalzante e cattivo da fondo, fa male male. “Se mi bussa alla porta e non riesce a dormire, la lascio entrare come farei prima di un altri qualsiasi match. Coccolarla? Beh, adesso, anche coccolarla poi…”. Roberta è “molto contenta, quasi eccitata”, Sara svicola: “sento la tensione di un torneo molto importante”. Roberta lo sa, lo ha sempre saputo: Sara è molto forte, solida, molto dura mentalmente, sbaglia poco, da fondo mette una grande pressione, magari non ha un servizio molto forte. Comunque, per batterla, devo giocare una grande partita. Non sarà una passeggiata. Il veloce aiuta me, sulla terra rossa sarebbe ancora più difficile”. Sara, che ha vinto le ultime tre volte contro l’amica, dopo averci perso le prime due, sa che ha una sola via: “Lottare, lottare come sempre, e dare il massimo. Il suo gioco dà fastidio perché è completo ed aggressivo”. Inutile chieder loro un pronostico. “Ce la giochiamo, come due professioniste, tutt’e due vogliamo vincere”, dice la Errani. “Purtroppo non c’è il pareggio, l’X della schedina”, puntualizza la Vinci. Sono reali, umane, sincere.