LONDRA 2012. “Ma io non ci sto. JOSHUA mi ha battuto nell’ultima ripresa. Io ho vinto l’incontro”

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Cammarelle: “Uno si aspetta un verdetto casalingo, ma non mi spiego perché con la parità io debba perdere”…

(getty images)

 

RASSEGNA STAMPA – (V. Martucci) – Lui, il protagonista passivo, il gigante buono Roberto Cammarelle, scuote la testa già prima del verdetto degli arbitri e dell’oro che diventa argento in pochi secondi. E poi è mesto, deluso, arrabbiato sì, ma con se stesso e i suoi principi.

Si sente derubato?
“No, uno se l’aspetta un verdetto un po’ casalingo. Quello che ancora non mi spiego è perché a parità io debba perdere. Io penso di aver vinto: il match o me lo fate perdere di un punto o mi date la vittoria. Questo è quello che brucia”.
Aveva stravinto?
“No, sono onesto: la terza ripresa l’ho persa, ma non pensavo di tre punti”.
Non sembra soddisfatto di se stesso.
“Potevo gestire meglio la situazione e mi manca qualche punticino alla fine della seconda ripresa”.
Perché non ha congelato il terzo round?
“Non dovevo stargli vicino più di tanto, gli arbitri avrebbero segnato più di quanto dovevamo. Non mi rimprovero niente, tutto quello che avevo l’ho dato, ma al terzo round ero un po’ stanco: ho speso tanto nei primi per portarmi in vantaggio. Sapevo che rischiavo il punteggio casalingo, ma pensavo di aver fatto la prestazione in maniera che non potessero togliermi quello che mi spettava”.
Invece per i giudici non sono stati abbastanza.
“Per me e per tutti quelli che capiscono di boxe, io ho vinto, ma cinque persone sedute attorno al ring che giudicano la vita di noi pugili, hanno deciso diversamente. Sono tre anni che mi danno un pò contro, non ho capito perché, ma va bene così”.
Questo Joshua che ha vinto l’oro si farà un nome?
“Me l’aspettavo più arrendevole, pensavo che accettasse che ero superiore. Invece, giustamente, in casa, ha detto tutto quello che aveva. Ma il kazako gli è superiore, l’inglese deve crescere molto”.
Gli ha stretto la mano e ha partecipato alla premiazione. Aveva pensato a una clamorosa diserzione contro quest’ingiustizia?
“Certo che gli ho stretto la mano, non ho nulla contro di lui: ha fatto il suo. Siamo a Londra, vince un inglese, l’hanno organizzata loro l’Olimpiade, per loro è giusto così”.
Come mai non è furioso?
“E’ inutile che mi arrabbi, poi sembra che noi italiani facciamo casino. E non posso dire: “Smetto”. A Rio non ci vado comunque”.
Restano le tre medaglie olimpiche in tre Olimpiadi.
“Purtroppo sapete meglio di me che conta la storia scritta, fra 20 anni nessuno si ricorderà che Cammarelle ha pareggiato e poteva vincere, rimarrà l’argento, anche se non è poco, tre medaglie olimpiche in tre Olimpiadi non ce l’ha nessuno”.
E adesso che farà?
“So già che mi dirà mia moglie: “Sei bello, sei bravo, ti hanno fregato”. Per un po’ farò il padre di famiglia, che mi piace tanto. Penso alla famiglia che mi supporta e sopporta: ho bisogno di casa, di coccolare un po’ mio figlio di 3 anni, e far crescere Davide, che è nato il 19 luglio e il 24 sono venuto a Londra: mi mancano tanto, senza escludere mia moglie e il resto della truppa”.
E la boxe?
“Voglio finire l’anno coi campionati italiani, poi ragionerò sul futuro da grande, e vediamo quanto posso ancora dare a questa boxe”.