EURO 2012. DEL PIERO: “Ragazzi, avete tutto per vincere come me”

RASSEGNA STAMPA – LA GAZZETTA DELLO SPORT – (Mirko Graziano) – Del Piero tifa per l’Italia dagli Usa: “Che emozione battere i tedeschi. Siamo solidi, possiamo ripeterci”…

(getty images)

 

Alessandro Del Piero è negli States. In vacanza. Per ora. Presto potrebbe infatti iniziare a lavorarci da quelle parti. Se arriva l’offerta giusta è un attimo. Il ricordo dell’addio allo ‘Juventus Stadium’ è fresco: roba mai vista quel doppio giro di campo con la gente che canta solo per il suo Ale e se ne frega della partita, che nel frattempo va avanti. Immagini che sono rimbalzate ovunque, un tributo che ha affascinato i commentatori di tutto il pianeta. Mai nessuno eguaglierà il romanzo bianconero di Alessandro Del Piero. Ma va considerato un ‘best seller’ anche il cammino azzurro di questo straordinario calciatore. Vicecampione d’Europa nel 2000, sul tetto del mondo sei anni dopo, in Germania. Cifre importanti: 91 gare in azzurro, settimo assoluto alle spalle di Fabio Cannavaro, Paolo Maldini, Buffon, Zoff, Zambrotta e Facchetti. È stato 61 volte titolare Del Piero, che è pure il quinto cannoniere di sempre: 26 reti (15 decisive), dietro a Riva (35), Meazza (33), Piola (30) e Roberto Baggio (27). Ogni gol ha la sua storia, ma nel suo cuore un posto speciale spetta al 2-0 di Dortmund, Mondiale 2006, un gol che gettò definitivamente nello sconforto il popolo tedesco e che spalancò all’Italia le porte della finale di Berlino. E questa sera sarà ancora Germania-Italia. Ale la guarderà in televisione, tiferà come un ragazzino, e in cuor suo rivivrà emozioni fortissime.

Del Piero, dopo quella sera a Dortmund, che cos’è per lei Germania-Italia?
“È il ricordo della nostra più bella partita al mondiale tedesco, una serata incredibile. Tutti ci parlavano di quel famoso 4-3 del ’70, però noi quella memorabile sfida non l’avevamo mica vissuta. E poi naturalmente la finale del 1982… Averne realizzata una simile, per la storia del calcio azzurro, ha rappresentato qualcosa di pazzesco. In casa loro, poi”.

Cannavaro che recupera palla, Totti che rilancia il contropiede, Gilardino che le serve un ‘cioccolatino’, e lei che insacca… alla Del Piero. Quale immagine le torna in mente quando pensa a quel gol nei supplementari?
“Ogni fotogramma di quella sera vale tantissimo, ed è impresso nella mia mente. Ricordo che dopo il gol cercai con lo sguardo mia moglie sugli spalti. Ho rivisto in televisione tante volte quelle immagini: si vede Sonia che piange di gioia, e subito dopo una bimba tedesca che invece è in lacrime perché ha perso. La finalissima contro la Francia fu l’emozione più grande, perché sollevammo il trofeo, però la partita migliore resta quella contro i tedeschi”.

Oggi la Germania è sulla carta più forte, più rodata, e anche più fresca. Perché questa Italia può batterla?
“Perché ha dimostrato di essere sempre più solida di partita in partita, perché ha una precisa identità di squadra e perché sa sfruttare le occasioni giuste”.

Pirlo è il leader indiscusso del gruppo. Si può dire che oggi sia ancora più forte rispetto al 2006?
“Direi che Andrea si è mantenuto a quei livelli eccezionali, come del resto in campionato con la Juventus“.

La rivoluzione ‘culturale’ di Prandelli piace a tutti. Come si sarebbe trovato Del Piero in una squadra che punta sempre a fare la partita attraverso il bel gioco?
“Se mi chiedete se mi sarebbe piaciuto ritrovarmi in questa Nazionale, rispondo di sì”.

Il blocco Juve è di quelli consistenti. A parte Pirlo e Buffon, qual è il compagno che più l’ha sorpresa?
“Io li seguo sempre con un affetto speciale, e fino al 30 giugno sono oltretutto miei compagni di squadra. Dunque, per me giocano tutti benissimo”.

Chi dobbiamo temere di questa Germania?
“Penso che i tedeschi siano un po’ come gli azzurri: compatti, e con ottime individualità. Dovendo proprio scegliere, direi Ozil, Muller e Gomez“.

Le piace questo Europeo? Che cosa, in particolare?
“Mi piace molto, anche perché sono arrivate in fondo squadre che puntano tutto sul gioco. Squadre robuste, mai però distruttive. Questo, come calciatore, mi ha messo addosso ancora più voglia di giocare”.

Sente un po’ di nostalgia?
“Mi sto allenando agli ordini dei miei preparatori atletici, qui in America, dove ho trascorso le vacanze con la mia famiglia: tanta palestra, piscina e corse sulla spiaggia. Adesso però ho bisogno del pallone”.

Dov’era la sera di Italia-Germania del 1982?
“Guardammo la finale del Bernabeu in una specie di capannone da lavoro dei nostri vicini di casa: portarono le sedie e il televisore grande, fu bellissimo. Io avrei compiuto otto anni a novembre”.

Ci dica una frase, un augurio, un incoraggiamento da trasmettere ai suoi amici della Nazionale.
“In bocca al lupo, tutto qui. Sono un atleta, conosco le scaramanzie e quindi so che non si deve aggiungere niente di più”.

Infine la domanda che non possiamo non farle: ha deciso il suo futuro?
“E la risposta che non posso non dare: ancora no”.