CALCIOSCOMMESSE. MAURI: “Ho paura d’aver chiuso con il calcio”

RASSEGNA STAMPA – IL MESSAGGERO – Lo sfogo di Mauri che, in regime di arresti domiciliari, può parlare solo con i suoi genitori oltre agli avvocati…

 

Da lunedì sera Stefano Mauri è nella casa di famiglia. Una villetta a Lesmo, paese di ottomila abitanti alle porte di Monza, con un giardino di cui si prendono cura mamma Rossella e papà Pietro, entrambi pensionati. Dopo otto giorni di carcere, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa sportiva, il capitano della Lazio è provato. E si sfoga con i suoi genitori, gli unici oltre agli avvocati con cui può avere contatti in regime di arresti domiciliari: “Sono preoccupato per i riflessi che tutta questa storia avrà sulla commissione disciplinare, ho paura di non poter più tornare a fare il calciatore”.

In paese tutti conoscono la famiglia Mauri, qui il capitano è cresciuto e ha cominciato a giocare nelle squadre della zona. Il suo primo allenatore nel Meda, Marco Falsetti, lo ricorda con affetto, augurandogli “di chiarire presto la sua posizione”. Che per i magistrati, a dire il vero, fa acqua da tutte le parti.
Ci sono ventotto messaggi che scambia con Alessandro Zamperini poco prima della partita incriminata, Lazio-Genoa, e quella scheda ‘dedicata’ che usa fra il 13 e il 28 maggio 2011, in un periodo ‘perfettamente sovrapponibile’ – si legge nell’ordinanza del gip – con i giorni delle partite con i rossoblù e con il Lecce. Per gli inquirenti la passione per il basket e le scommesse sul campionato Nba non bastano a giustificare l’uso della carta sim, tanto più che ‘non risulta egli abbia coltivato un interesse del genere’. Ribattono i suoi difensori: Mauri è un vero appassionato di pallacanestro, “tant’è che ha avuto contatti con altre agenzie di scommesse oltre a quelle di Luca Aureli“.
Intanto le ‘pesanti ombre’ su Genoa-Sampdoria dell’8 maggio 2011 si allungano anche ad altre procure. A Genova saranno sentiti alcuni giocatori e personaggi legati alla vicenda, mentre si attendono le risultanze dei colleghi di Cremona che domani ascolteranno il capo degli ultrà Massimo Leopizzi, protagonista degli scontri di Marassi più volte intercettato mentre parla al telefono con Sculli. Sul quale sono in corso accertamenti, sempre dei pm di Genova, in merito al match Genoa-Siena (1-4) dello scorso 22 aprile.