LAZIO. REJA: “A UDINE il 110%. Non so se resterò il prossimo anno. Io voglio continuare ad allenare”

Il mister biancoceleste parla in conferenza stampa di Udine, ma anche dell’addio di Guardiola al Barca: “Lo capisco. A volte si ha bisogno di staccare”…

 

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Edy Reja ha parlato in conferenza stampa, nel giorno della vigilia di Udinese-Lazio, in programma domani, alle 20 e 45.

Il tecnico biancoceleste, ha affrontato non solo i temi che riguardano la sua squadra, ma ha anche detto la sua sull’addio di Guardiola al Barcellona. Da li la domanda sul suo futuro: “Finchè avrò la lucidità voglio continuare a fare questo lavoro. Non so se sarà qui o no”. Qui, la conferenza stampa integrale di Reja:

Domani c’è Udinese-Lazio; può decidere la stagione?

“Considerato che gli scontri diretti sono determinanti, questo lo è e deciderà le sorti di una o l’altra compagine. Noi veniamo da un momento poco positivo, pertanto questa è una gara importante e bisogna affrontarla nella maniera giusta”.

Ieri lo striscione dei tifosi a Formello. Ha fatto piacere?

“Direi di si. Lo abbiamo accolto con grandissimo piacere perchè l’affetto dei tifosi ha sempre accompagnato la squadra in questa stagione e ci da una carica ulteriore. I ragazzi quando ieri hanno visto lo striscione, hanno sentito l’affetto. Vogliono dare il massimo e vogliono soddisfare i supporters. Avevamo bisogno di qualche ora per recuperare la voglia di fare allenamento che con il caldo poteva essere un pò più blando e questo ci ha aiutato. Avevamo il piglio giusto”.

Quella di domani sarà una gara decisiva? Da dentro o fuori?

“Abbiamo altre tre partite dopo questa, pertanto ci sono ancora punti a disposizione, però fare un risultato positivo ad Udine cambierebbe la prospettiva futura. Quello che conta è fare la prestazione. Anche l’Udinese ha avuto un periodo di difficoltà, così come noi. Mi auguro che da qui alla fine del campionato possiamo ritrovare il risultato; è importante in questo rush finale. Vorrei arrivare alla gara con l’Inter a giocarmi la Champions. Nonostante queste tre gare, in qui ci ha girato male; sapete come le abbiamo perse. A Torino abbiamo perso a 6 minuti dalla fine, col Lecce abbiamo preso un gol sfortunato nonostante avessimo mal gestito il vantaggio, a Novara loro hanno fatto due tiri e c’è stata la sfortunata deviazione di Diakitè; noi invece abbiamo avuto quattro o cinque opportunità da rete. Ma sono convinto che le compensazioni nel calcio ci sono. La Lazio si aspetta un pò di buona sorte da qui alla fine della stagione, mi aspetto anche qualche circostanza fortunata”.

E’ un’Udinese in crisi?

“L’Udinese ha avuto diffficoltà nei risultati ma nel gioco loro ci sono. Con l’Inter si sono ben proposti e hanno fatto una grande prestazione, soprattutto nel secondo tempo, ma sono stati condannati dagli episodi. Non avrebbero meritato di perdere. L’Inter poi ha giocatori che ti cambiano la partita da un momento all’altro. Chi ha visto la partita può dire che l’Udinese non è in crisi sul gioco”.

Cosa ne pensa dell’addio di Guardiola al Barcellona?

“Per quanto mi riguarda vedere il Barcellona giocare è stato qualche cosa di straordinario: tecnica, qualità, aggressività, una squadra che non faticava sul possesso palla: c’era un netto accerchiamento intorno al pallone. Con e senza possesso di palla è una squadra molto ben organizzata. Guardiola lo capisco perfettamente. Sono qui da tre anni e so cosa vuol dire preparare le gare. Da mattino a sera siamo rinchiusi dentro una stanza a guardare le cassette a preparare le partite. A volte si ha veramente bisogno di staccare. L’impegno dal punto di vista mentale è particolarmente impegnativo, poi a maggior ragione il Barcellona che gioca ogni tre giorni ad altissimi livelli. Capisco e ammiro la società. Vedendo ieri la conferenza stampa di Guardiola ho notato una grande semplicità. In Italia non so cosa sarebbe accaduto. E’ una società che ti da il senso dell’efficenza e capisci il perchè riescono a raggiungere questi risultati. L’affetto che lui ha verso il Barca, l’abbraccio con il presidente. E’ stato un addio molto semplice, pacato ed emozionante. L’ho sentito veramente, m’ha commosso. Chiudere una parentesi e aprirne subito un’altra senza troppe chiacchere, perchè le chiacchere nel calcio non vanno mai bene”.

Ha detto che anche lei è tanto impegnato con la Lazio. Significa che lascerà a fine stagione come ha fatto Guardiola?

“Le mie intensità sono altre perchè si ho responsabilità, in una piazza dove c’è sempre l’esigenza di far risultato. Però finchè ho equlibrio e lucidità voglio continuare a fare questo lavoro. Non so dove, non so se resterò qua. Ma ora abbiamo 4 partite e nonostante le difficoltà abbiamo ancora tempo e abbiamo ancora il vantaggio per raggiungere il così detto Paradiso. Ieri io e la squadra abbiamo parlato e ci sarà l’impegno massimale. Daremo il 110% fino alla fine”.

La Lazio non riesce più a vincere. C’è un pò di condizionamento psicologico?

“C’è un pò di condizionamento psicoglogico sulla difficoltà di ottenere i risultati, ma il giorno dopo quando si parla abbiamo subito la voglia di rivalsa. E poi si guarda avanti. Resettiamo le vecchie situazioni e guardiamo al futuro con fiducia. Per quanto riguarda impegno e la difficoltà questa squadra può andare sempre a testa alta. Affronteremo le ultime partite col piglio giusto”.

Ci sono state due epopee nella storia del calcio: il Milan di Sacchi e il Barca di Guardiola. A lei quale piace di più?

“Ci sono delle situazioni, dei periodi. Il Milan per il concetto che aveva, era una squadra spettacolare però credo che abbia vinto poco a livello nazionale, rispetto al valore che aveva, mentre il Barcellona di Guardiola su 18 trofei ne ha vinti 13 e deve ancora giocare la finale della Coppa del Re. Ha vinto tutto in questi anni. Il Milan di Sacchi ha vinto di meno. Il gioco dei blaugrana nell’ultimo periodo è stato stratosferico per continuità di gioco e risultati. Diciamo galattico. Sacchi ha portato grande professionalità e applicazione per quanto riguarda gli schemi. Ha creato dei seguaci che a volte hanno voluto esagerare questo tipo di filosofia rovinando anche lo schema. Chi ha seguito queste orme ha anche modificato qualche cosa. Il calcio in Italia è difficile per quanto riguarda l’esasperazione dal punto di vista tattico. A Sacchi va il merito che ha portato grande professionalità nel calcio, anche se nei suoi predecessori c’è stato qualcun altro anche che ha iniziato questo tipo di pressing”.

Nell’ambiente Lazio c’è un pò di scoramento. Nello spogliatoio c’è invece un clima diverso?

“C’è sicuramente, guai che non ci fosse. I ragazzi devono essere orgogliosi di appartenere a questa società e questi colori. Per il terzo posto, è ancora tutto aperto; abbiamo tutte le partite da giocare e c’è la convinzione di andare ad Udine e affrontare questa squadra con il massimo rispetto, ma di metterli in difficoltà”.

Come sta Konko? C’è la possibilità di vedere la difesa a 3?

“Si c’è questa possibilità. Konko sta bene, è utilizzabile. Oggi faremo la rifinura e vedremo se può reggere i 90 minuti. Fisicamente non dovrebbe risentire. Quello che conta è che lui non senta più nessun dolore”.

Quali sono gli errori da non ripetere rispetto alla gara dello scorso anno?

“Non dobbiamo sbagliare i rigori possibilmente. Per quel rigore perdemmo il posto in Champions. L’Udinese ha avuto l’opportunità di affrontare la Champions l’anno scorso, spero che quest’anno tocchi a noi, Udinese permettendo. Non sarà d’accordo Guidolin, ma penso che meritiamo molto di più noi, senza togliere nulla a loro che sono sempre stati al vertice. Se avessimo avuto un pò più di fortuna, anche dal punto di vista degli infortuni, magari ora qualche punto in poiù lo avremmo avuto”.