CASSANO: “Ho avuto paura di morire, ma ora sono pronto a tornare. Scudetto? Lo vinciamo noi. Barcellona imbattibile”

CASSANO: “Ho avuto paura di morire, ma ora sono pronto a tornare. Scudetto? Lo vinciamo noi. Barcellona imbattibile”

L’attaccante rossonero commenta in esclusiva ai microfoni di Studio Sport il suo ritorno in campo

(Getty Images)

 

Antonio CASSANO torna a parlare alla fine del lungo tunnel seguito all’ictus del 29 ottobre scorso. Lo fa in esclusiva ai microfoni di Pierluigi Pardo per Studio Sport  su Italia uno. Dopo aver ottenuto lunedì l’idoneità sportiva, il talento barese è pronto a tornare protagonista.

Ecco le sue parole:

“Ho avuto paura di morire e anche dopo quella, ho pensato di smettere con il calcio. Ma ora sono pronto a tornare, magari già sabato con la Fiorentina”.

Sul malore e sull’affetto dimostratogli

“Devo dire la verità: un po’ di paura l’ho avuta, specialmente per i miei cari, qualche giorno prima dell’operazione. Per circa 36 ore non ci ho capito più nulla, facevo fatica a parlare, non ricordavo cosa mi succedeva, ma l’importante, ora, è che sia tutto passato: dal Real Madrid al Barcellona, da Mourinho a Delneri e anche Iniesta, tutto il mondo mi ha chiamato. Ho capito quanta gente tenga a me, prima come uomo che come calciatore. Mi aspetto applausi da chi mi tifa, chi mi fischia vuol dire che mi teme, non è cambiato nulla. Possono fischiare, ma mi ha fatto piacere che tutti i tifosi hanno capito il problema che ho avuto e per questo li ringrazio”.

Sulle sue condizioni

 “Se sono curioso di rivedere come sono i miei piedi? Quelli sono sempre buoni, è la forma fisica che bisogna valutare… se sono ingrassato. Se torno e sto bene allora ok, se mi accorgo che non sto più bene ringrazio tutti e me ne vado a casa: voglio che la gente si ricordi del Cassano buono, non voglio fare compassione”. 

Sui ringraziamenti ai medici e al Milan

 “Se tutto questo mi fosse successo in un’altra società non so se mi avrebbero curato come mi hanno curato gli specialisti del Milan: voglio ringraziare il presidente Berlusconi, Barbara e il dottor Galliani che nel periodo per me più buio mi è stato molto vicino. E soprattutto voglio ringraziare chi mi ha salvato la vita, il dottor Tavana: se non ci fosse stato lui a prendermi per i capelli non so se a quest’ora ero ancora in questo mondo”.

Su Prandelli

“La cosa fondamentale per me era tornare a vivere, ma una grande spinta per rientrare sui campi me l’ha data anche Cesare Prandelli. È stato fondamentale per il mio recupero: l’ha sempre detto a tutti e specialmente a me che mi avrebbe aspettato fino all’ultimo momento”.

Sul Barcellona e su Messi

 “Giocare contro Messi è dura: puoi essere Cristiano Ronaldo, Rooney, Cassano o Ibrahimovic ma se Messi sta bene allora è molto dura. Mourinho dice che è difficile batterli in casa? È difficile batterli perché sono più forti degli altri, poi le polemiche fanno parte del cinema che qualche personaggio vuole fare. Il Barcellona è imbattibile: solo se un vulcano esplode e sono costretti a farsi 40 ore di pullman allora puoi batterli”. 

Sulla corsa allo scudetto

 “Scudetto? Lo vince il Milan, mica stiamo qui a pettinare le bambole: loro dicono che devono farci sputare sangue ma, se le vincono tutte e noi le vinciamo tutte, complimenti a loro ma vinciamo noi”.  

Sul calcioscommesse

“Non so se sia vero quello che si dice, però penso che se qualcuno trucca le partite, questa persona è senza morale e dignità: deve stare fuori dal calcio, nemmeno ad allenare i ragazzi. Fuori”.