LA GAZZETTA DELLO SPORT. L’urlo di Conte «Juve, voglio vedere tutti con la bava alla bocca»

LA GAZZETTA DELLO SPORT. L’urlo di Conte «Juve, voglio vedere tutti con la bava alla bocca»

Il tecnico ha fatto un discorso alla squadra: «Non abbiamo ancora vinto nulla, ma col Milan ce la giochiamo fino alla fine»

(getty images)

 

Ieri alle 15 Antonio CONTE ha riunito il gruppo, ha atteso i portieri e Vucinic che erano in palestra, e poi ha cominciato a parlare, alzando a tratti la voce, guardando negli occhi uno per uno i protagonisti di quella che già adesso è una bellissima avventura. «Dobbiamo guardare chi ci sta davanti, perché adesso abbiamo raggiunto una maturità tale che possiamo giocarcela fino alla fine. Devono vincere loro lo scudetto? E allora dovranno sputare sangue fino all’ultima partita. Però per fare questo non voglio vedere atteggiamenti superficiali come con il Chievo. Ho il timore di cali di tensione, ricordiamoci che non abbiamo ancora fatto niente, non abbiamo tagliato nessun traguardo. E quindi voglio vedervi con la bava alla bocca fin da Palermo». Dopo il discorso di Conte, è iniziato l’allenamento e potete immaginare l’intensità con cui è stato svolto sia nella parte atletica che in quella tattica. Conte ha poi continuato: «Se dovessimo trovare una squadra più forte la applaudiremmo, ma finora non abbiamo perso con nessuno. Dell’imbattibilità si parla poco, forse perché dà fastidio. Ma è una cosa difficilmente ripetibile». Su VIDAL: «Mi ha molto colpito, è arrivato per ultimo ma ci siamo accorti subito che era davvero un giocatore importante e così ho cambiato modulo». I metodi: «Uso il bastone e la carota, come mi hanno insegnato Fascetti e Mazzone. Mi legano grandi ricordi a Trapattoni, un secondo papà, Lippi, un maestro, Ancelotti, grande tecnico e grande persona, Sacchi, presente all’allenamento di ieri, punto di riferimento. Rispetto ad altri miei colleghi magari capisco prima certe dinamiche perché fino a pochi anni fa ero calciatore». Su DEL PIERO: «Andrebbe clonato». Sui paragoni con la Juve del passato: «Irriverenti: non abbiamo vinto nulla, ma abbiamo la penna in mano per scrivere una pagina indelebile». Belle parole. Ma quelle più importanti Conte le aveva dette qualche ora prima, ai suoi guerrieri.