LA GAZZETTA DELLO SPORT. Mazzarri, la scalata delle 400 panchine

Mazzarri, la scalata delle 400 panchine

Dalla C2 alla A. E domani c’è la Juve: «Mi sono guadagnato sul campo ogni salto di categoria»

(Getty Images)

Chi era sugli spalti del Domenico Conte di Pozzuoli il 23 settembre del 2001, quando Walter MAZZARRI fece il suo esordio tra i professionisti alla guida dell’Acireale in casa della Puteolana (finale 1-1), ricorda perfettamente che la formazione allenata dal tecnico toscano già allora si disponeva con l’amato 3-4-3. Al posto di Paolo CANNAVARO c’era capitan Bonanno e nelle posizioni di HAMSIK, LAVEZZI e CAVANI agivano rispettivamente Amico, Russo ed Alberio, ma l’impronta di gioco era davvero molto simile a quella che Mazzarri proporrà domani allo Juventus Stadium nel giorno della sua gara numero 400 in panchina. Un traguardo raggiunto attraversando tutte le categorie, dalla C2 fino alla serie A dove ormai stabilmente Mazzarri allena da otto stagioni. «Vengo dalla gavetta e ne vado fiero», ribadisce con legittimo orgoglio ogni qual volta ne ha la possibilità. «Ho scalato i gradini uno alla volta e senza mai fallire un obiettivo», la frase con cui spesso conclude il concetto. Non sarà il massimo della simpatia Mazzarri, ma è difficile dargli torto visto che la sua carriera è una escalation di successi. Alla salvezza di Acireale, infatti, fece seguito l’anno dopo quella con la Pistoiese in C-1 e da quel momento in poi Mazzarri svoltò. Promozione dalla B alla A con il Livorno, tre anni fantastici a Reggio Calabria (compresa la salvezza partendo da -11 nel ’05-06), due stagioni alla Sampdoria, con una qualificazione all’Europa League ed una finale di Coppa Italia, e poi l’approdo a Napoli, dove, partendo dai bassifondi della classifica, ha prima centrato il sesto posto e poi l’accesso alla Champions League.  Lo stesso obiettivo che gli azzurri stanno inseguendo adesso, dopo aver archiviato l’amara eliminazione per mano del Chelsea. Ecco perché domani sera Mazzarri brinderà alle 400 panchine solo nell’eventualità di un risultato positivo in casa della Juve: «Non ho ancora imparato a perdere», ripete in continuazione l’allenatore di San Vincenzo. Un martello che ragiona sempre di partita in partita, tanto che il suo «sono tutte finali» è diventato ormai un marchio di fabbrica di molti suoi colleghi. Tra questi c’è anche Antonio CONTE. Juventus-Napoli è anche la loro sfida. Ad entrambi è stata affibbiata l’etichetta di grandi motivatori, ma sono anche tanto altro: «In effetti, Conte mi ricorda un po’ il primo Mazzarri – ha detto di recente l’allenatore azzurro – e mi fa piacere che uno come lui abbia avuto la possibilità di guidare una grande squadra». Prima di virare su Conte, però, la scorsa estate la Juve di Marotta aveva pensato a Mazzarri, e viceversa.  Dopo un lungo tira e molla, Mazzarri ha poi rinnovato il contratto con il Napoli fino al 2013 e sembra intenzionato a rispettarlo. Il feeling con la città è totale. L’amore tra i tifosi del Napoli ed il tecnico toscano è sbocciato proprio a Torino in occasione del 2-3 del 31 ottobre 2009. Mazzarri mette dentro Datolo e rimonta due reti ai bianconeri. Un trionfo. Il suo bilancio contro la Juve da quando guida il Napoli è di tre vittorie e due pareggi. Dunque, domani anche lui metterà in gioco la sua imbattibilità. Ieri, invece, è stato a lungo in sala video con i giocatori per spiegare loro pregi e difetti della squadra di Conte. Oggi nella rifinitura si dedicherà alle palle inattive, ultimamente il punto debole del Napoli. Poi chiederà ai suoi «titolarissimi» l’ennesima prova d’orgoglio. Rispetto a domenica scorsa, rientreranno Inler e Maggio al posto di Dzemaili e Dossena. Grande attesa per il compito che verrà affidato ad Hamsik (presto verranno annunciati i rinnovi dello slovacco, di Aronica e del d.s. Bigon) destinato a finire sulle tracce di Pirlo. Dal Conte (lo stadio) a Conte, Mazzarri è rimasto un perfezionista.