LA GAZZETTA DELLO SPORT. IL MILAN NON VEDE L’ORA Marziani a San Siro Il Barça e Messi si battono così

LA GAZZETTA DELLO SPORT. IL MILAN NON VEDE L’ORA Marziani a San Siro Il Barça e Messi si battono così

Cambi di gioco, Ibra, il Boa E squadra corta anti-Pulce

(getty images)

Tra i modi per sopravvivere al Barcellona esiste anche quello di fare densità massima davanti alla porta, cercando di lasciare senza ossigeno Messi e compagni. A settembre il Milan salvò la pelle al Camp Nou anche così. Ma quella notte c’era un Thiago Silva titanico, Pato sgommava e mancava Ibra. Stavolta mancano i primi due e c’è il terzo: altro mondo. Il riferimento dev’essere la partita di San Siro, persa 3-2, ma giocata guardando negli occhi il Barça e mettendolo in difficoltà. I gol segnati da Ibra e Boateng il 23 novembre scorso valgono come stelle polari, servono a orientare il Milan in questa notte di calcio lussuoso. Il Barcellona, il massimo dell’organizzazione («scolaretti», li ha chiamati Ibra), è portato a soffrire Boateng, il trequartista più anarchico del mondo. Il Barça è leggerezza, Ibra e il Boa sono i muscoli del Milan: forse non è un caso che abbiano segnato loro. Dovendo riassumere l’arsenale che Allegri deve caricare sul pullman diretto a San Siro, diremmo: cambi di gioco, fantasia tecnica (Robinho) e imprevedibilità offensiva, potenza muscolare. Il tutto condito con le motivazioni feroci sfoggiate contro l’Arsenal a San Siro. Il guaio è che il Milan stanotte non si troverà contro i ragazzini svagati che mostrò Wenger a Milano, ma i campioni del mondo, il pluri-Pallone d’oro Messi che fa più gol che partite, la banda Guardiola che in dieci doppi turni di Champions è passata nove volte, falciata solo dall’Inter di Mou. Il Milan non farà le barricate, promette una gara coraggiosa, ma non si scappa: per l’esito del match, per tenere vivo il ritorno, sarà più importante ciò che saprà fare senza palla, difendendosi, di quanto farà con la palla, attaccando. I rischi grossi sono due. Primo, il solito: ritrovarsi prigionieri di un torello, soprattutto se Guardiola aggiungerà un palleggiatore in mezzo (difesa a 3) come a novembre a San Siro. Senza il tackle saggio di Van Bommel, senza la gamba lesta di Emanuelson, senza Abate che sa accorciare e aggredire, con Seedorf e Ambrosini non più al top del rendimento atletico, il Milan non sembra attrezzatissimo nel lavoro di recupero. Fondamentale il soccorso fisico di Boateng e il sacrificio delle punte, altrimenti il Barcellona rischia di ammassare percentuali di possesso sconfortanti. Secondo rischio grosso: Messi, naturalmente. Finto centravanti, arretra per agevolare i tagli di Sanchez e le imbucate dei mediani dai piede di miele: Fabregas è un esperto del ramo, Xavi firmò il 3-2 decisivo a San Siro infilando un corridoio centrale, su assist della Pulce. Ma se Messi proverà ad accelerare per conto suo, centralmente, potrebbe trovarsi davanti Ambrosini, poi il rientrante Nesta e Mexes, nessuno dei tre è un fenomeno di reattività nel breve. Non sarà facile insomma mascherare l’assenza di Thiago Silva.