IL TEMPO. Mauro Zàrate: i pro e i contro del ritorno dell’argentino alla Lazio

IL TEMPO. Mauro Zàrate: i pro e i contro del ritorno dell’argentino alla Lazio

L’attaccante è ora in prestito all’Inter, ma in estate potrebbe tornare nella Capitale

(getty images)

L’ARGENTINO MERITA UN’ALTRA POSSIBILITA’ – L’operazione recupero è possibile, eccome. Zarate, 25 anni è bene ricordarlo a tutti, deve avere un’ultima possibilità di tornare ai livelli del fantastico primo anno in maglia biancoceleste. La premessa è d’obbligo: Maurito, che ieri ha lanciato messaggi di pace almondo Lazio tramite il fratello-procuratore, deve essere il primo a resettarsi dopo tre stagioni buttate via. Impegno e grinta, solo così può riuscire a far sognare di nuovo i tifosi biancocelesti, gli unici che non hanno mai spesso di incitarlo. I rapporti con Ballardini, Reja, Gasperini e Ranieri negli ultimi tempi non sono stati idilliaci e forse un allenatore più giovane rispetto a questi potrebbe essere più bravo ad entrare nella sua testa. Zola o Montella, ad esempio, possono essere gli uomini giusti per provare a recuperare l’investimento più importante della gestione Lotito.Anche lui è rimasto coinvolto nel disastro generale nerazzurro ma il prossimo anno potrebbe essere tutto diverso. Lo sperano i laziali, è convinto Lotito che ha speso tanti soldi per portarlo a Roma, come sottolinea Luigi Salomone su Il Tempo.

LE MINESTRE RISCALDATE NON PORTANO RISULTATI – Le minestre riscaldate non hanno mai un buon sapore. Certo l’idea di riabbracciare Maurito Zarate può far aprire il cuore a chi non ha dimenticato le magie della sua stagione d’esordio, ma i pro a un suo eventuale ritorno in biancoceleste sono molti meno dei contro. Sembrava che a zavorrare il suo talento, quello con cui fece impazzire le difese avversarie nella sua prima annata romana, fosse solo l’intransigenza di Reja. Ed invece spostato alle latitudini milanesi Maurito è andato incontro ad una stagione fallimentare. Chissà, forse ora Stramaccioni ne tenterà il recupero, laddove sono falliti prima Gasperini e poi Ranieri. Tornare alla Lazio, perché? Zarate soffre a non essere coccolato e viene difficile pensare come saprebbe dividere il palcoscenico col teutonico Miro Klose. Uno che agli allenamenti arriva prima, finisce dopo e all’occorrenza si ferma a raccogliere i palloni per alleggerire il lavoro del magazziniere. E poi c’è il Raton. Il temibile Sergio Zarate, capofila di una famiglia che sulla pelle di Maurito, sta costruendo il proprio futuro quasi fosse una pensione integrativa, come sottolinea Fabrizio Fabbri su Il Tempo.