GAZZETTA DELLO SPORT. Sbarca all’Emirates un Milan d’assalto

(Getty images)

L’aspetto più pericoloso del 4-0 inflitto tre settimane fa dal Milan all’Arsenal riguarda l’idea, passata quella sera e irrobustitasi nei giorni successivi, che la squadra inglese sia scarsa. Non è così. A San Siro la difesa — certamente il suo punto debole — non trovò il modo di sopravvivere alle ripartenze milaniste, e ai talenti offensivi mancò la personalità per limitare i danni, segnando per esempio un gol a risultato deciso che oggi varrebbe oro.
Attenzione E dunque Allegri fa bene a predicare attenzione per questo match di ritorno, da maneggiare con la massima cura anche se il risultato dell’andata sembra una sentenza: se l’Arsenal — che certamente partirà in apnea pompando adrenalina nell’area di Abbiati — dovesse trovare un avvio in discesa, magari con un gol all’alba di gara, la serata rischierebbe di trasformarsi in sofferenza.
Logica Andando a logica, non dovrebbe succedere. Stando al bollettino medico, Wenger pare costretto a immettere un eccessivo numero di attaccanti, quattro, perché né Arteta né Ramsey sono recuperabili. Forse sono queste notizie a invogliare Allegri al tridente con El Shaarawy, anziché riempire con un difensore (Mesbah) il vuoto a centrocampo. Sarà in qualche modo una partita strana, ricca di attaccanti e povera nel cuore del gioco, ma se considerate che un gol del Milan costringerebbe l’Arsenal a segnarne sei è evidente che i precedenti evocati (Deportivo La Coruna, Liverpool) sono esorcismi preventivi e non timori seri.