LUIS ENRIQUE: «Nel derby non si giocano solo 3 punti. Dobbiamo capire come fare male alla Lazio»

LUIS ENRIQUE: «Nel derby non si giocano solo 3 punti. Dobbiamo capire come fare male alla Lazio»

La conferenza stampa integrale del tecnico della Roma alla vigilia del derby

CONFERENZA STAMPA – Il tecnico giallorosso Luis Enrique incontra i cronisti presenti al centro sportivo ‘Fulvio Bernardini‘. Ecco le dichiarazioni del tecnico giallorosso alla vigilia di RomaLazio, trascritte fedelmente ascoltando l’audio della conferenza:

A questo punto della stagione, con la Roma fuori da due competizioni, cosa rappresenta per lei il derby?
Buongiorno. Dal primo giorno in cui sono arrivato so che il derby è una partita molto speciale, in cui non si giocano solo 3 punti. Tutto il tifo aspetta questa partita e ho dato il rinforzo sia a me che alla squadra per arrivare nelle migliori condizioni.

La partita più importante della sua carriera?
No.

Può essere la partita della svolta?
Non lo so, sono preoccupato di tutto quello che posso controllare: ho detto che è una partita speciale e importante per noi, la stiamo preparando al 100% pensando a come essere superiori ad un avversario che è forte, che è in classifica davanti a noi e sta facendo un ottimo campionato. Conosciamo le difficoltà, ma sono ottimista riguardo domani. Il resto? Quando vado per la strada, anche se non ci vado troppo, sento quasi solo cose buone.

Sei tornato a parlare con i giocatori dell’esclusione di De Rossi?
Se non leggo i giornali pensa se l’ho fatto questa settimana… Non li leggo e non li leggerò. Quando sono arrivato qui ho pensato che sapevo cosa volevo dalla mia squadra dentro e fuori dal campo e continuo a pensare lo stesso. Ogni giorno si lavora per sapere cosa fare dentro al campo e cosa fare quando si è tutti insieme pronti per la partita. Niente di più. Non voglio problemi con nessuno e ho un rapporto vicino ai miei calciatori: so ancora che significa essere calciatore, ma questo non significa che dobbiamo andare d’accordo in tutto. Io sono l’allenatore e loro i calciatori: loro pensano prima a se stessi e poi alla squadra, mentre l’allenatore fa il contrario, è normale che sia così. Questo può piacere o meno, ma è coerente con quello che dico da giugno. E sarà così fino a che sarò l’allenatore della Roma: sbaglio tanto e sbaglierò, ma con la coerenza delle mie idee. Forse sono troppo convinto delle mie idee, ma sono fatto così.

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