GAZZETTA DELLO SPORT. Inter, una resa dei conti lunga 3 mesi Moratti, idee chiare Tutti sotto esame e poi la rivoluzione

GAZZETTA DELLO SPORT. Inter, una resa dei conti lunga 3 mesi Moratti, idee chiare Tutti sotto esame e poi la rivoluzione

Il presidente pronto a dare rinforzi-top a fine stagione Ma prima vuole capire chi merita la maglia nerazzurra

(Getty images)
 
Tutti sotto esame. Da qui alla fine, da qui ad ogni passo, da oggi e per ogni partita. Massimo Moratti ha picchiato duro nel pomeriggio viareggino. E ora vuole risposte vere, da subito. Soprattutto da Inter. Moratti bolle ancora, frigge, ha la rabbia addosso che via via si trasformerà nel solito equilibrio, utile a vedere con meno nebbia il disastro di Roma. Di certo, nella testa del numero uno nerazzurro c’è sempre quell’obiettivo che è un obbligo: il terzo posto. Il che significa esigere da subito e per i prossimi tre mesi una squadra meritevole della maglia. Un giocatore via l’altro. Senza più alibi, che è un po’ ciò che tutti (tutti) hanno capito di dover fare dopo il confronto squadra-Ranieri. Dal match contro il Novara, passando poi dall’altro a San Siro contro il Bologna (doppio impegno casalingo quindi), l’Inter avrà due carte per il riscatto, carte che Moratti non ha intenzione di veder gettare via. Moratti, da domenica prossima, guarderà tutti con occhio più analitico: si aspetta i 3 punti, non facili ma 3 punti immediati; con allegata la voglia di combattere che non si è vista a Roma. Nelle sue parole («Sembrava che i giocatori non vedessero l’ora del triplice fischio») c’è l’avvilimento per un’Inter che non è stata Inter. E da domenica in poi farà fatica a dare giustificazioni facili: le sue parole («Diano l’anima») sono stati veri e propri avvertimenti a chi va in campo. Chi vuol capire capisca. E si dia una mossa.
 Chiaro che in tutto questo anche Ranieri ha il suo bel daffare: è stato grande a ridare forza alla squadra a cavallo del nuovo anno, ma anche troppo minimal in quella gara dell’Olimpico e ancor prima contro il Palermo. «Era una gara già vinta» ha detto il numero uno nerazzurro. La libertà data a Miccoli (autore di due gol uguali) non gli è andata giù. A tutti questi pensieri, Moratti aggiunge anche un altro aspetto: se l’Inter avesse vinto il vincibile, adesso si parlerebbe ancora di scudetto perché i (virtuali) punti in più sarebbero 5.  Detto tutto questo, c’è anche da sottolineare lo sguardo che Moratti ha apparecchiato sul domani. «A giugno definiremo meglio la squadra del futuro» ha detto evitando di parlare di rifondazione. Di certo – a quanto si sussurra – sarà praticamente una rivoluzione. La frase morattiana sul futuro pare una manifestazione di volontà precisa, quella di non soffrire più nel futuro e di fare una squadra nuovamente forte: perché dopo Mourinho sono stati troppi gli allenatori cambiati, e perché il rinnovamento sarà decisamente avviato l’estate prossima. Fino ad arrivare a una sorta di rivoluzione. E allora, occhio alle ipotetiche uscite (Chivu, Sneijder, Milito, Maicon, Zarate) e alle new entry, pensando a Lucas, Lavezzi o Palacio (inseguito da due sessioni di mercato), M’Vila o Veloso e chi altro. Tipi comunque forti. Dipenderà tutto da questi mesi, chi salvare e chi no, dalla Champions o no. Moratti, da oggi, userà lo zoom: su tutti.