GAZZETTA DELLO SPORT. Seedorf: “Milan, credici, Noi alla pari con il Barca. In Champions sino in fondo”

(Getty images)

Uno degli uomini che hanno segnato in maniera indelebile la storia del Milan diventando un grande protagonista dei successi degli ultimi dieci anni è certamente Clarence Seedorf, un giocatore che con il suo palmares di vittorie e la sua grande personalità ha da insegnare molto ai più giovani, ma che nonostante questo non vuole limitarsi a svolgere un ruolo da comprimario in squadra. L’olandese è un professionista in campo e fuori e lo dimostrano i venti trofei conquistati nei club, tra cui ci sono 4 Champions League vinte con tre squadre diverse (è l’unico a esserci riuscito) e tre altre onorificenze a titolo individuale, ovvero Cavaliere dell’Ordine di Orange-Nassau, ambasciatore umanitario, lo straniero con più presenze nella storia del Milan, ma rispetto alla scorsa stagione in cui aveva dovuto sopportare qualche panchina di troppo non può lamentarsi molto visto che quella con il Chievo è stata la prima arrivata in questa stagione.

Le dichiarazioni dell’olandese a Milanello sono così riportate sulle pagine della “Gazzetta dello sport” e pur avendo già 35 anni conferma la sua volontà di essere importante per la squadra e di giocare il più possibile: “Il fatto è che non sono abituato a star fuori. Poi, è ovvio, con una quantità così elevata di partite da giocare l’allenatore cerca di ruotare i giocatori in modo da risparmiare un po’ le forze. Lo capisco. Ma la gente deve sapere che io voglio essere sempre in campo. É la mia mentalità. Mi piace troppo giocare“. Inevitabile con uno come lui abituato a sollevare trofei della recente gara contro il Barcellona in cui i rossoneri non hanno sfigurato pur trovandosi di fronte i più forti del mondo e questo dà al Milan maggiore consapevolezza dei propri mezzi: “Abbiamo fatto una grandissima gara, mostrando il nostro valore. E la consapevolezza nei nostri mezzi è fondamentale per il futuro. Ce la siamo giocata alla pari, siamo stati al loro livello. Il possesso palla non inganni: quello è il loro modo di giocare, noi giochiamo semplicemente in modo diverso. A maggio vorrei celebrare la conquista della Champions perché lo scudetto è un dovere. In campionato dobbiamo riconfermarci, la sfida vera è in Europa. La differenza la faranno i dettagli: ad esempio il terzo gol del Barça potevamo evitarlo“.