BARCELLONA. Piquè fa il furbo e ora rischia il “clasico”

Non è sempre facile per i giocatori diffidati riuscire a scendere in campo con serenità specialmente se si è vicini a un appuntamento importante per la propria squadra visto che il rischio ammonizione è sempre dietro l’angolo e ci può quindi essere in rischio di mettere in difficoltà anche l’allenatore nel caso in cui arrivi la squalifica ed è per questo che non è poi così insolito trovare casi che vedono protagonisti anche grandi campioni “programmare” il cartellino giallo in modo tale da saltare una gara che non sia di cartello. E’ un po’ la situazione che sta vivendo anche il difensore del Barcellona, Gerard Piquè, che nel corso della vittoria ottenuta ieri dai blaugrana per 4 – 0 contro il Rayo Vallecano si è fatto ammonire a sette minuti dal termine per palese perdita di tempo, anche se il direttore di gara aveva ben capito quali erano le intenzioni dello spagnolo.

Il tecnico Guardiola ha capito ovviamente qual era l’intenzione di Piquè, che in questo modo salterebbe la sfida con il Levante e non il “clasico” importante per la classifica contro il Real Madrid ma ha cercato comunque di difendere il suo giocatore, anche se alla fine questo comportamento potrebbe comunque ritorcersi contro visto che il regolamento della Federazione spagnola in questi casi prevede una giornata aggiuntiva di squalifica oltre a una multa di 600 euro, anche se viene indicato che “per determinare l’intento del giocatore si terranno in considerazione alcune circostanze come l’atteggiamento del giocatore nel corso della gara e la natura della regola di gioco violata”. Siamo quindi tutti curiosi ora di conoscere la reazione di Mourinho, che difficilmente starà a guardare senza commentare, anche se nella scorsa stagione era stato lui stesso a provocarlo nei casi di Xabi Alonso e Sergio Ramos, che fecero in miodo di farsi ammonire per non saltare gli ottavi di finale di Champions e in quel caso le critiche furono piuttosto pesante proprio nei confronti dell’allenatore portoghese, vero “artefice” del comportamento dei due madridisti.

Ilaria Macchi