CALCIOPOLI. Arriva la sentenza, Moggi condannato a 5 anni e 4 mesi

Sono passati ormai più di cinque anni dalle vicende di Calciopoli, che hanno certamente stravolto il nostro calcio visto che da allora i vertici del nostro campionato sono fortemente cambiati arrivando a condannare per la prima volta nella sua storia la Juventus, che nel 2006 era la squadra da battere, alla serie B e da allora non è arrivato più alcun trofeo per i bianconeri, mentre per l’Inter i successi sono avvenuti in modo piuttosto facile specialmente nella stagione successiva allo scandalo in cui quasi non c’erano avversari per la lotta al tricolore.

Dopo le sentenze sportive questa sera è così terminato il processo in primo grado nella giustizia ordinaria in cui a essere condannato in maniera più pesante è stato, come molti si aspettavano Luciano Moggi, che ha ricevuto una condanna a 5 anni e 4 mesi che si va a sommare alla radiazione che aveva invece subito sul piano sportivo e che gli impedisce quindi di continuare a lavorare nel mondo del calcio che è stata la sua vita per tanti anni rendendolo uno dei dirigenti più bravi d’Italia. L’ex direttore generale della Juventus non è comunque stato l’unico a subire una condanna visto che pesanti sono state anche le sentenze ai danni degli altri imputati: per l’ex arbitro De Santis un anno e 11 mesi, per l’ex designatore arbitrale Paolo Bergamo 3 anni e 8 mesi. Condannati per altri reati anche Andrea e Diego Della Valle, Diego Della Valle e Claudio Lotito, per i quali sono previsti un anno e tre mesi di pena. Assolti Rodomonti, Mazzei, Scardina, Ambrosino, Ceniccola e Gemignani.

Moggi, dopo avere saputo la notiza, ha lasciato il tribunale senza rilasciare alcuna dichiarazione proprio per la delusione subita che appare particolarmente forte e pesante da sopportare non solo sul piano sportivo, ma soprattutto su quello personale. Anche in questa occasione la Figc, come nei mesi passati in cui non aveva voluto decidere sullo scudetto assegnato anni fa all’Inter, ha preferito non commentare la sentenza.

Ilaria Macchi