SCIOPERO. Beretta: “Il muro contro muro non serve a nessuno”

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Maurizio Beretta, presidente della Lega A, è intervenuto a Sky Sport 24 tornando sul tema del rinnovo collettivo. Queste le dichiarazioni integrali: “Con Abete ci eravamo sentiti anche ieri sera, stiamo lavorando per evitare questo sciopero che non ha senso e che farebbe male al sistema calcio. Ho ribadito al presidente Abete l’assoluta convinzione che sia a portata di mano un accordo di soddisfazione generale. Dobbiamo fare l’ultimo passo, non è pensabile fare un contratto su un’adesione firmata da una parte e non dall’altra. Condividiamo il 90%, mancano alcuni approfondimenti. Bastano volontà e senso di responsabilità per chiudere l’accordo. La posizione dell’Assocalciatori è incomprensibile, adesso abbiamo una opportunità che è quella di far partire la nuova stagione e deve essrci un accordo chiaro a 360 gradi. Possiamo convnire sul 90% dei temi scritti, c’è qualche aspetto da correggere. Sono cose che guardate con una logica di equilibrio richiedono un po’ di lavoro, volontà e buon senso. A nessuno conviene massimizzare i rischi. Certamente è questa la logica che ispira la Lega, e su questo credo che anche la Federazione sia concorde. I fuori rosa? E’ la logica che lo chiede, oggi abbiamo molte squadre con rose ampie, anche per l’esposizione su molti fronti di competizione. Bisogna lasciare al tecnico la possibilità di organizzare l’allnamento come è più funzionale, evitando che alcune tipologie non siano frutto di contenzioso per le società. Tutti devono guardare in maniera palese al risultato, ci si allena e si gioca pr vincere e credo che si debba dare a chi ne ha la responsabilità e la titolarità un po’ più di libertà di manovra e di azione, senza chiamare le società ad avere rischio di contenzioso pesante. Nessuno vuole utilizzare in maniera strumentale questo aspetto, ma tutte le società ci chiedobno di trovare una definizione più consona alla raltà dei fatti. Bisogna prendere atto delle situazioni nuove e ci vuole un atto di fiducia sul fatto che si lavora tutti per il bene della società nella quale si opera. Mobbing? E’ assolutamente non pertinente, non conosco società che lavorino contro se stesso. Se hanno giocatori ch ritengono utili e che sono un patrimonio della società, non vedo nessuno che sia illogico da penalizzarlo. Dobbiamo dare ai tecnici la possibilità di scegliere al meglio, così come fanno la formazione devono avere la responsabilità di organizzare gli allenamenti in maniera più duttile e flessibile. Nel caso ci fossero conclamati casi di mobbing, ci sono tutti gli strumenti per sanzionarli. Non è questo il tema. Tempistiche? Le assemblee sono fissate per il 19 agosto e per il primo settembre. Per firmare possiamo farlo in qualsiasi momento, quando si arriva ad un accordo. Teoricamente potremmo avere la firma prima del 19, qualora si raggiungesse un’intesa di buona soddisfazione. Possiamo fare il passaggio sul tema nell’assemblea del 19, il punto è che dobbiamo uscire da questa situazione di stallo. O si firma il testo dell’Aic o si va verso forme di protesta radicale. Io credo che la logica del prendere o lasciare non funzioni. Penso che sarebbe una responsabilità molto grave buttare al vento la possibilità di trovare un accordo e scegliere la strada del conflitto. Non ha molto senso dire se uno è ottimista o pessimista. Se prevalgono logica, buon senso e un minimo di disponibilità a creare un quadro di interesse generale, sono convinto che si possa fare un buon lavoro. Tra costruire un accordo condiviso e innovativo e fare una manifestazione muscolare con lo sciopero che lascerebbe tutto nelle situazioni di oggi, credo che la scelta sia abbastanza chiara e obbligata. Noi ribadiamo l’assoluta disponibilità ad un confronto serio e sereno. La mia situazione sulle dimissioni? Va chiesto all’Assemblea dei presidenti, che hanno questa questione in pieno controllo della situazione. In questa fase mi sembra che il problema su cui bisogna confrontarsi sia l’organizzazione”.