GIANNI BUGNO a Sportnews.eu: “Oggi tappa decisiva. Mi aspetto un grande Contador, ma Evans ha più possibilità di vincere il Tour”

(Foto Getty Images)

Colle dell’Agnello, Izoard e Galibier. Al Tour arrivano le Alpi e il momento della verità. Tra oggi e domani non si potranno più coprire le carte e la classifica prenderà – cronometro di Grenoble permettendo – la piega decisiva. Ai nostri microfoni Gianni Bugno, l’ultimo corridore italiano capace di trionfare sia nelle corse in linea che nei grandi giri, analizza il rush finale della Grande Boucle. Due titoli iridati (Stoccarda ’91 e Benidorm ’92), un Giro d’Italia nel 1990 e due podi al Tour (2° nel 1991, 3° un anno dopo) non bastano a celebrare l’epopea dell’atleta di Brugg apprezzato, prima ancora che per i successi, per una classe cristallina che lo ha reso autentica leggenda del ciclismo.

Dopo Pinerolo si riparte dall’Italia. Colle dell’Agnello e Izoard prima del gran finale sul Galiber. Che tappa si aspetta?
Sicuramente è la frazione decisiva. Prevedo un attacco di Contador e la pronta risposta di Evans. Vedremo se l’australiano avrà la condizione che ha dimostrato finora.

Crede che Voeckler possa perdere la maglia gialla?
Accadrà tra oggi e domani. A seconda della piega che assumerà la corsa odierna, credo proprio che rischi di non indossarla più già sul traguardo del Galibier.

Ci possiamo aspettare attacchi già sull’Izoard? Nel finale il tracciato non sembra selettivo perchè il Galibier viene affrontato dal versante più “morbido”.
Gli ultimi dieci chilometri hanno una pendenza dura e si va a 2600 metri d’altitudine. Siamo quasi a fine Tour, quindi anche se l’ascesa non è dura può creare grossi distacchi. Di fatica ne avranno già fatta parecchia prima di arrivare verso il Galibier, quindi a meno che non venga fuori qualche crisi prima, è probabile che i conti vengano regolati sull’ultima asperità.

Contador è apparso in grande ripresa negli ultimi giorni. Quanto devono recriminare gli avversari che non lo hanno attaccato sui Pirenei?
Tutti si aspettavano un suo attacco che non c’è mai stato. Gli altri si sono marcati ma forse non ne avevano più di lui. Adesso lo spagnolo diventa inevitabilmente il faro della corsa. O molla o fa saltare il banco.

Secondo lei sarà un tutti contro tutti o è possibile attendersi alleanze per mandare in crisi Evans? La coppia spagnola Contador-Sanchez è sembrata molto affiatata, così come i fratelli Schleck.
Dipende un po’ come si svolgerà la corsa. Però è ovvio che quando si è nelle fasi decisive, prevale lo scontro frontale e ognuno penserà a sè stesso.

Basso e Cunego sembrano tagliati fuori dalla corsa al podio. Come dovranno muoversi e che giudizio dà sulla prova dei due italiani finora?
Penso che staranno lì e cercheranno di avanzare in classifica. Credo che Basso sia in condizione di poter andare avanti in classifica. Le prossime sono salite adatte anche a Cunego, che  ha dimostrato finora di andar bene. Ci aspettiamo molto da loro. Secondo me devono rimanere a ruota, è quella la strategia migliore. Attualmente sono indietro rispetto al podio e quindi i pretendenti alla maglia gialla si guarderanno tra di loro e non li marcheranno immediatamente. Possono provare la carta della sorpresa o del contropiede, ma sarebbe inutile correre di istinto.

Domani tappa corta con arrivo all’Alpe d’Huez dopo aver scalato ancora il Galibier. E’ ipotizzabile un testa a testa già lungo la prima ascesa?
Il Galibier farà sicuramente selezione e verrà affrontato a ritmi sostenuti. Contador è obbligato a fare la differenza e qualcosa dovrà inventarsi. Non mi sento di escludere nulla, perchè credo che lo spagnolo debba guadagnare almeno tre minuti e mezzo tra oggi e domani per stare al riparo da sorprese in vista della cronometro, dove Evans andrà decisamente più forte.

Qual è il suo podio in vista di Parigi?
Credo che Contador rimanga il favorito, ma Evans in questo momento ha più possibilità di vincere. E’ vero che l’australiano ha sempre avuto una giornata di crisi, ma come può capitare a lui può capitare a chiunque altro. Alle loro spalle sicuramente uno dei fratelli Schleck e poi Basso.

Marco Ferri