“WELCOME AMERICA, FACCI SOGNARE!”

IL ROMANISTA –  Il mondo dei tifosi romanisti è in fermento, per il prossimo passaggio della Roma in mani americane. Ecco i pareri di tanti tifosi illustri, dal mondo dello sport a quello dello spettacolo.
Domenico Fioravanti (ex nuotatore): «Sono molto contento che, a quanto pare, si vada verso un accordo con la cordata americana. Non conosco bene i soggetti coinvolti nell’operazione, ma mi fa piacere che la Roma attiri l’attenzione di imprenditori stranieri. Ben vengano i capitali esteri nel calcio italiano. In altri paesi è già successo da tempo, qui sarebbe la prima volta, come sempre siamo gli ultimi. Ma, comunque, non ci vedo niente di male, anzi. E poi vuol dire che l’offerta americana era migliore di tutte le altre, compresa quella italiana».

Carlo Verdone (attore e regista): «Una situazione da Americano a Roma? No, questa storia non la ricorda affatto, quello era l’americano cialtrone, spaccone, Sordi imitava in quel film l’americano un po’ fregnacciaro. No, queste sono persone serie che hanno già squadre importanti e non vogliono fallire. È finalmente una ventata di novità che mette la Roma alla pari delle squadre che hanno alle spalle industrie molto forti. Penso che sia una buona notizia perche questi americani porteranno sicuramente una situazione economica più solida che porterà ovviamente anche ad acquisti più solidi. Tutti i tifosi credo che aspettassero questo arrivo anche perché la Roma fino ad adesso ha fatto delle buone cose. La famiglia Sensi credo abbia dato il massimo dei massimo rimettendoci anche molto, ma questa conduzione appassionata, ma alla fine anche un po’ condominiale non è da squadra che può competere in Europa. Da tifoso vorrei facessero tre o quattro acquisti molto potenti, importanti. La squadra ha in realtà già elementi molto buoni cosa che fa vedere con ottimismo il futuro, gente come Menez, giocatore giovanissimo sono da tenere, lo stesso vale per Borriello e altri».

Massimo Ghini (attore): «Welcome America! Mi sembra che sintetizzi uno stato d’animo. Personalmente mi sono tenuto fuori, in questo periodo, dal prendere posizione rispetto ad un’operazione che ci vede tutti come dei “vasi di coccio”, spesso impossibilitati a capire cosa si nasconda dietro. Mi ha però fatto piacere, anche allo stadio, vedere che i tifosi si sono espressi contro alcune possibili scelte. E’ pur vero che nessuno può essere considerato colpevole fino a giudizio definitivo, ma è altrettanto vero che affidare una nuova gestione a chi ha conti in sospeso con la giustizia, non è partire nel modo migliore. Questa cordata americana mi sembra invece che abbia agito fin da subito su basi di trasparenza. Mi fido poi della banca, che avrà riscontrato in loro l’affidabilità dovuta. E che si ponga fine a uno stillicidio che non faceva certamente bene. Aggiungo che se tanta gente avesse per la politica nazionale la stessa competenza che dimostra di avere per le vicende del calcio, credo che questo Paese andrebbe molto meglio».

Massimo Wertmuller (attore): «Sarà banale ma io sono ancora così legato affettivamente ai Sensi, da avere bisogno di un periodo di assestamento, direi di “familiarizzazione” con l’idea che la proprietà cambi. Vivo quindi questa fase come un qualcosa di “violento”, dopo diciotto anni di presidenza della famiglia. Verso la quale nutro un senso di gratitudine per quello che hanno fatto, sia economicamente che in termini di attaccamento a questi colori, che è ciò con cui hanno sopperito nei momenti di difficoltà. Premesso che non sarà facile ritrovare lo stesso affetto da parte dei nuovi acquirenti, benché niente lo possa escludere, consoliamoci con il fatto che, questi americani, che mi sembra di capire sono i più accreditati a rilevarla, più sono ricchi e più è possibile sperare che facciano una grande Roma».
Rodolfo Laganà (attore): «Sono in giro con la mia tournée e, quindi, ho seguito solo da lontano le vicende di questi giorni. Francamente, sarei stato più contento che l’avessero acquistata degli italiani. Mi sarebbe piaciuta una cordata di imprenditori romani, come ce ne sono tanti, perché la squadra della Capitale era giusto che restasse in mani romane. Ma, come si suol dire, bisogna fare di necessità virtù. E se questi americani ci mettono tanti soldi, forse è possibile salvare capra e cavoli. E’ chiaro infatti che se la squadra può diventare più competitiva, per il tifoso è meglio. Ma dal punto di vista sentimentale, direi poetico, ripeto che avrei preferito che la proprietà rimanesse a Roma. Tra l’altro, mi dispiace molto che i Sensi lascino. Riconosco loro di aver fatto grandi sacrifici, pagando con i propri capitali. Speriamo solo che i nuovi proprietari dimostrino lo stesso amore con cui i Sensi hanno saputo portare la Roma ai livelli che sappiamo».
Maurizio Battista (comico): «Ben vengano. Così finiranno tante polemiche e la smetteremo di inveire contro i Sensi. Vedremo cosa sapranno fare, americani o arabi che siano. Sennò staremo sempre a criminalizzare questa famiglia, che invece – a mio modesto parere, che non conta nulla – mi sembra che qualcosa l’ha fatto per questa squadra. Avrà pure commesso qualche errore, ma non è certo facile gestire una grande società di calcio come la Roma. Gli americani saranno forse meno sensibili dei Sensi, e gliene fregherà anche un po’ meno, se non per il fatto economico. Ma almeno, non vi saranno alibi per nessuno. Nemmeno per i giocatori. Mi aspetto che molti verranno messi in riga. Perché qui si predica bene ma si razzola male. E, di sicuro, noi siamo “cattivi genitori” e cattivi maestri. Mentre loro, gli americani, sapranno essere più severi. E forse, di partite come quelle col Brescia, che non mi ha convinto per niente, ne vedremo di meno».
Ramona Badescu (show girl): «Roma è di Roma, è la Capitale d’Italia, ma è anche una città globalizzata, quindi i capitali stranieri sono ben accetti, a patto che portino miglioramenti. D’altra parte è il segno dei tempi: dopo il grande afflusso di calciatori stranieri, ora dall’estero giungono anche proprietari di squadre di calcio. Spero che chi venga alla guida della Roma sappia continuare l’ottimo lavoro svolto dai Sensi. E spero anche che, magari, venga acquistato qualche campione mio connazionale, così da tifosa romanista e “rumanista” tiferò il doppio!».
Marco Capretti (attore): «W l’America!Come noi artisti sogniamo Broadway, è giusto che i tifosi giallorossi sognino l’arrivo di imprenditori statunitensi che possano portarli a raggiungere grandi traguardi. Trovo giusto che siamo noi i primi a sperimetare l’afflusso di capitali stranieri nel calcio italiano. Roma è sempre stata nella sua storia esempio e simbolo di città globale, internazionale, aperta a nuovi impulsi e nuovi stimoli».
Kaspar Capparoni (attore): «Innanzitutto io aspetterei la notizia ufficiale perché di voci date per vere e poi rivelatesi infondate qui a Roma ne abbiamo sentite tante. Comunque, se dovesse concretizzarsi, sarebbe un evento straordinario per il calcio italiano, e non tanto per quanto riguarda l’aspetto puramente economico, ma soprattutto per gli aspetti manageriali, che nel nostro calcio sono davvero all’età della pietra. È una zavorra che ci portiamo dietro da tempo e i risultati si vedono. Se siamo tredicesimi nel ranking Fifa, dietro a nazioni meno blasonate ma più organizzate, è proprio per questa ragione. Speriamo che con gli americani arrivi una svolta, perché dal punto di vista manageriale sono dei maestri. A Roma abbiamo bisogno di questo cambio di mentalità. Speriamo che sia la volta buona, anche se a Roma e in Italia i cambiamenti non sono mai ben accetti. Sarebbe però una svolta necessaria soprattutto per estirpare tutti quei “bubboni” e “capi di quarticello” che gravitano intorno alla As Roma. Quelli che lo stesso Daniele De Rossi ha definito come “papponi”. Da quello che posso conoscere io del mondo americano, prevedo che per questa gente siano finiti i bei tempi». Andrea Giani (allenatore M.Roma Volley): «Credo che, se si concretizzasse il passaggio di proprietà al gruppo americano, sia un fatto molto positivo. Se Unicredit ha scelto loro, evidentemente hanno tutti i presupposti per fare bene e hanno un bel progetto. Ci tengo comunque a ringraziare i Sensi perché hanno fatto tantissimo per la città e per la squadra, in particolar modo negli ultimi 10 anni, quando siamo stati sempre ai vertici. Un sogno? Drogba».
Angelo Gigli (cestista Virtus Roma): «Credo che ci voglia un certo equilibrio per giudicare. Non dobbiamo né esaltarci, pensando che sia arrivato Paperon de’ Paperoni, né pensare subito male. Saranno i fatti a giudicare la nuova proprietà. Per me l’importante è che si possa mantenere una squadra di alto livello. Conoscendo il mondo del basket, poi, sono molto curioso di vedere come riusciranno a portare in Italia i criteri manageriali dello sport americano».
Alessia Filippi (nuotatrice): «Sono contenta, speriamo che possa essere un cambio di proprietà stimolante, ma soprattutto che porti fortuna. Adesso però mi preme anche ringraziare la famiglia Sensi per tutto ciò che ha fatto in questi anni per la Roma».