Zenga: “Con la Sampdoria mai stato feeling”

Walter Zenga (getty images)
Walter Zenga (getty images)

NOTIZIE SAMPDORIA – L’ex allenatore blucerchiato Walter Zenga, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Radio Sportiva, nella quale ha parlato della sua piccola esperienza sulla panchina della Sampdoria e del feeling mai sbocciato con il club doriano: «Quando si inizia un cammino e si ha solo un anno di contratto si sa che le cose possono non andare bene. Fin dal primo giorno, e sottolineo fin dal primo giorno, non c’era feeling al cento per cento alla Sampdoria».

Adesso la panchina dell’Al Shaab a Dubai
Rifarei questa scelta. Ho giocato due anni nella Samp, è un posto bello, di tifosi veri che amano la squadra ma evidentemente sono restato a dieci anni fa. Non è vero che Ferrero non capisce nulla. Io dico le mie ragioni, lui ha preso una decisione ma mi dà fastidio che anche oggi si parli della preparazione, non si può tirare in ballo la professionalità delle persone, andando alla cieca.

La sconfitta col Vojvodina?
Il presidente mi faceva vedere i messaggi dei tifosi che gli dicevano che non mi volevano.. È stata una partenza in salita. Se vogliamo parlare di Zenga che non piaceva alla gente, benissimo ma andare dentro, nei dettagli, di una professionalità, non ha senso né logica. I rapporti finiscono, la vita va avanti. Sono sempre stato abituato a rialzarmi, con sorriso e serenità, nonostante il passato non sia stato bellissimo. Sarei felicissimo se la Samp riuscisse ad ottenere grandi risultati, se lo merita.

Poi precisa…
I tifosi si divertivano poco? Cosa vuol dire divertirsi? Magari possiamo lamentarci di qualche prestazione fuori casa, dove non eravamo brillantissimi, ma anche l’anno prima era la stessa cosa. Nelle ultime di campionato, la Samp non aveva vinto tante gare. A volte si vince giocando malissimo, a volte dominando come contro l’Inter non ci si riesce. Alcuni adattano la rosa alle esigenze della squadra, altri impongono il loro credo a discapito della rosa che hanno.

“Ho avuto tre opportunità in Italia: una a Catania, andata benissimo. Un anno e mezzo dove è andata bene, la cavolata l’ho fatta io ad andare via. Andai io, dopo la vittoria con la Sampdoria, ‘non me la sento più, facciamo giocare i giovanì. A Palermo, con la media punti dell’anno prima, abbiamo finito con Zamparini ed ora è successo lo stesso con la Sampdoria. Però ho fatto quel che mi è stato chiesto: parte sinistra, capocannoniere, giovani lanciati come Pedro Pereira, Ivan, Correa. Avrei anche lanciato Bonazzoli, ma mi sono ritrovato una squadra arrivata ottava e mi è stato chiesto di fare un punto in più. Magari non ci arrivavo”.

Infine sul rapporto con Cassano
Perché tutti ne parlano come se fosse un demone? Si è allenato bene, sempre. Io lo vedevo in allenamento e magari non lo ritenevo pronto per giocare delle gare di fila. Il fatto stesso che mi abbia espresso il suo disappunto su come stava, forse dice che avevo ragione. È uno che può fare la differenza, con Montella la farà.