F1. Ecco perchè la Mercedes è considerata imprendibile

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FORMULA UNO – Nel caso specifico la scuderia anglo-tedesca ha pescato un vero e proprio jolly nel reparto powertrain. Infatti, le F1 attuali spingono all’estremo la tecnologia ibrida e sono sviluppate su un regolamento che penalizza lo sviluppo nel corso della stagione. Si può intervenire solo sul 48% del propulsore (a inizio stagione vanno punzonati i quattro motori che si utilizzeranno per tutto l’anno) ed è vietato toccare parti strutturali come il basamento, congelate almeno fino al 2020, termine entro cui sono previsti solo dei “gettoni” di sviluppo (32 nel 2015, 25 nel 2016, 20 nel 2017, 15 nel 2018, 3 nel 2019 e nel 2020), tanto che Honda – appena rientrata in F1 – sta cercando di ottenere una deroga per non restare tagliata fuori. Così, chi ha azzeccato subito il motore ha un vantaggio reale anche sugli anni a venire – si legge da ilfattoquotidiano.it – Il colpo di genio di Mercedes è stato la disposizione dei componenti della sovralimentazione, con il compressore posto dietro le spalle del pilota e il turbo alla fine del propulsore termico, collegati con un albero che attraversa tutta la V formata dalle bancate, dove si trova anche la MGU-H, cioè il motore elettrico per lo spunto iniziale della turbina, che peraltro è la più grossa di tutta la F1. Questo vorrebbe dire più potenza ma anche più ritardo nell’erogazione (turbo-lag) ma il sistema ibrido è stato spinto al massimo, sopperendo al vuoto iniziale con l’energia elettrica. Il risultato è un plus di circa 70 CV ben sfruttabili. Questa soluzione ha portato anche ad avere temperature più basse intorno al motore, che vogliono dire un intercooler più piccolo e fiancate più compatte che “sporcano” di meno il disegno della monoposto. Poi c’è l’integrazione dei componenti del sistema ibrido ERS (MGU-H e MGU-K), cioè 15 centraline e 13 km di cavi elettrici che girano per la monoposto. Pare che in Mercedes lo abbiano fatto meglio di tutti, tanto che la W05 era l’unica auto a stare nei limiti del peso minimo. Insomma, i concorrenti dovranno darsi molto da fare per colmare il distacco, sapendo sin dall’inizio che certe soluzioni “strutturali” non potranno nemmeno essere copiate.